Cesena, iscrizioni anagrafe negate a profughi: accolti altri 3 ricorsi

CESENA. Altri tre migranti richiedenti asilo hanno visto riconosciuto dal Tribunale di Bologna il loro diritto a ottenere la registrazione all’Anagrafe del Comune di Cesena. Un diritto in un primo tempo negato alla luce di quanto stabilito dal Decreto Salvini. Le sentenze, rese note ieri, confermano quanto la magistratura aveva deciso pochi giorni fa su altri tre casi analoghi.

Svolta con atto del sindaco
Il fatto che anche questa seconda ondata di ricorsi abbia fatto centro, ancora una volta con l’assistenza legale dell’associazione “Avvocato di strada”, non inciderà solo sui destini di quei richiedenti asilo. Cambierà infatti la linea tenuta a Palazzo Albornoz sulla controversa questione. D’altronde, come diceva Agatha Christie, «tre indizi fanno una prova» e presto dovrebbe appunto arrivarne un terzo, dato che è pendente almeno un altro ricorso “fotocopia”. E allora il sindaco Enzo Lattuca sta studiando la forma giuridicamente appropriata per dare indicazioni, attraverso un atto formale, perché l’Anagrafe del Comune conceda la residenza in tutte queste situazioni, cioè quelle in cui a richiederla sono migranti in attesa di avere una risposta alla loro domanda di protezione.

Alt alle resistenze in giudizio
Finora a Cesena, come nella maggior parte della città, ma non senza eccezioni di sindaci come Leoluca Orlando, di Palermo, che avevano anticipato le pronunce dei giudici, a questi stranieri “in sospeso” era stata negata la registrazione all’Anagrafe. Il tutto applicando in modo automatico quanto scritto nel tanto contestato Decreto Sicurezza. Così, per la verità senza grande entusiasmo, ma per fare chiarezza su un tema delicato, il Comune si era costituito in giudizio, dopo che diversi migranti avevano contestato quel rifiuto. In futuro si farà un passo indietro anche su questo fronte: in eventuali ricorsi che dovessero spuntare fuori contro altri “no” ricevuti da richiedenti asilo che hanno chiesto la residenza, l’amministrazione non resisterà più in giudizio. Ostinarsi a farlo sarebbe infatti solo uno spreco di tempo e di soldi, viste le sentenze ormai numerose che hanno sancito che non ci sono impedimenti ad effettuare registrazioni anagrafiche in quei casi in cui il provvedimento voluto dall’ex ministro dell’Interno aveva invece provato a calpestare quel diritto, che i giudici stanno invece riconoscendo.

Altri tre ricorsi accolti
Gli ultimi ricorsi seguiti dall’avvocato Emmanuele Andreucci ed accolti riguardano due nigeriani e un ivoriano: in due casi sono attorno ai 35 anni d’età, mentre un altro di questi richiedenti asilo deve ancora compierne 25. È stata la giudice Alessandra Cardarelli, a sciogliere la riserva avanzata nell’udienza del 17 ottobre, con una decisione presa il 25 ottobre e notificata ieri attraverso cui ha ordinato al sindaco l’iscrizione dei ricorrenti nel registro anagrafico, nella sua qualità di ufficiale di governo responsabile della loro tenuta. Quanto alle spese del giudizio, è stata disposta la compensazione tra le parti.

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