Sono le risorse stanziate per l’alluvione ma su «binari morti» quelle che il sindaco Enzo Lattuca, con i colleghi Michele del Pascale (Ravenna) e Matteo Lepore (Bologna), con il presidente della Regione Stefano Bonaccini da giorni, chiedono al Governo Meloni di ridestinare su canali più efficaci.
«C’è più di 1 miliardo di euro di risorse ferme», hanno avvisato. Dei 900 milioni destinati alla cassa integrazione per i lavoratori delle aziende colpite dall’alluvione, sono 30 milioni quelli effettivamente spesi, come ha riferito la ministra del lavoro Marina Calderone. Destino simile si ipotizzava per il fondo da 300 milioni stanziato dal Ministero degli Esteri per le imprese alluvionate che fanno export.
«Oggi è arrivata la conferma di quanto avevamo previsto», attacca Lattuca dal suo profilo Facebook. Il riferimento è ai dati resi noti dalla parlamentare di Forza Italia forlivese Rosaria Tassinari. «Dei 300 milioni di euro destinati dal Governo alle imprese esportatrici alluvionate, ne sono stati spesi appena 11 per 29 imprese. Sono invece migliaia le aziende colpite dai danni delle alluvioni e delle frane che non hanno ancora ricevuto un euro di contributo».
Ad oggi infatti alle famiglie che rientravano nei requisiti individuati dalla Protezione civile nazionale sono arrivati 3mila euro del Cis, il contributo di immediato sostegno. A questi potranno aggiungersene altri 2mila, per un totale quindi di 5mila euro, che saranno erogati in una seconda tranche a settembre. Sono soldi che arrivano tramite il fondo della Protezione civile nazionale, nell’ambito di una misura, fa notare Lattuca, «ideata da Bonaccini e Curcio nei primi giorni dell’emergenza. E meno male che c’è quella».
Alla stragrande maggioranza delle imprese non è infatti arrivato nulla. Il contributo di immediato sostegno da 20mila euro è rimasto una possibilità mai finanziata. Servirebbero circa 300 milioni per dare un primo immediato aiuto alle circa 15mila imprese danneggiate.
«Caro Governo – incalza il primo cittadino di Cesena –, cosa vogliamo fare con quei 289 milioni di euro che dall’1 giugno sono stati parcheggiati nel congelatore per due mesi e mezzo?». Una piccola parte di questi in realtà potrebbe essere spese con le finalità previste dal fondo: ci sono infatti ancora 18 richieste di ristoro da parte di aziende colpite in fase di valutazione, per circa 6 milioni di euro. Ma anche se questi dovessero essere spesi tutti, oltre il 94% delle risorse stanziate risulterebbero inutilizzate. Meloni ci ha risposto che le valutazioni saranno fatte dopo il 30 settembre. Ma da inizio giugno al 30 settembre vuol dire 4 mesi in cui quelle risorse rimangono congelate. L’unica certezza è che i soldi stanziati fin qui sono insufficienti, quelli che ci sono però andrebbero spesi in modo efficace», commenta Lattuca.
Nel suo post il sindaco torna a ribadire la proposta che nei giorni scorsi hanno anche formalizzato in una lettera rivolta a Meloni: «La proposta è semplice e per nulla polemica. Metteteli subito a disposizione del commissario Figliuolo per gli indennizzi a famiglie e imprese. Subito, non c’è altro tempo da perdere».