Cesena, in tremila per le foto d'antan: "Ora mostra bis e libro"

Archivio

Il successone della mostra alla Festa dell’Unità dedicata al volto della Cesena negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso immortalato dai fotografi Zangheri, con particolari spesso sorprendenti per tanti, sembra destinato a essere replicato. Dopo che ben 3.000 visitatori sono stati incuriositi e si sono emozionati per le 271 immagini esposte per 11 giorni nello stand allestito al parco “Futipapalina” di S.Egidio, l’idea è quella di portarle anche in centro, in un format numericamente ridotto. Ma c’è chi chiede di fare di più. È Daniele Gualdi, ex assessore alla Cultura, che suggerisce di accompagnare quella auspicabile nuova mostra con «un catalogo per divulgarne le immagini e spiegare il contesto storico e sociale della città di quegli anni».

Immagini sorprendenti

La valorizzazione delle foto dell’archivio Zangheri, curata da Gianluca Zangheri, Elide Urbini e Orio Teodorani, ha colpito molto Gualdi. «È una rappresentazione di Cesena davvero sorprendente quella che emerge fra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, con le trasformazioni urbanistiche e architettoniche in atto, alcune riuscite altre meno. Per fortuna la furia modernizzatrice si fermò davanti alla Valdoca, risparmiandoci quella demolizione che era stata già indicata a metà degli anni Sessanta e che nel decennio successivo si trasformò in un perfetto recupero». Tra le fotografie che hanno maggiormente attirato la sua attenzione ci sono quelle della «pompa di benzina davanti al teatro Bonci (1963) e del mitico custode del Bonci, Danilo Settefonti in compagnia di Franco Zeffirelli, che ci parla dell’attaccamento al teatro e dei grandi registi che l’hanno frequentato». E, ancora, è rimasto stupito da «un concorso da Miss alla Settimana Cesenate (1952) e dalla grandezza dell’arena estiva Arco (1952), una delle cinque esistenti in città, in via Cesare Battisti». Toccante - prosegue Gualdi - anche la foto del «funerale di Aldo Casali, nel 1956, nei pressi del suo ristorante ancora ubicato alla stazione di Cesena, e da cui si distribuivano i cestini per i viaggiatori. In quel quel ristorante - ricorda l’ex assessore, grande appassionato ed esperto di cinema - lavorò più di un secolo fa, prima di emigrare, anche il nostro concittadino Monty Banks, all’anagrafe Mario Bianchi, divenuto star nella Hollywood del film muto negli anni Venti del secolo scorso». Un’altra foto che non è passata inosservata è una del 1965, che «ritrae Giovanni Bettini con Alberto Sughi e Osvaldo Piraccini, ovvero un grande libraio e intellettuale, con due pittori della scuola cesenate. Che Cesena è stata!», conclude Gualdi.

Idee di valorizzazione

A suo avviso, nella mostra bis a cui si sta già pensando «le foto andrebbero esplose rendendole più grandi, perché il formato alla Festa dell’Unità è insufficiente ad apprezzarle al meglio». Inoltre, «si potrebbero organizzare anche esposizioni tematiche, selezionando parti di quel materiale, dal momento che le foto abbracciano diversi aspetti come le trasformazioni architettoniche e urbanistiche, lo sport lo spettacolo la cultura e i suoi spazi la vita sociale e la condizione lavorativa e abitativa in città, il costume e i grandi personaggi che l’hanno abitata è vissuta». Infine - e questo è da tempo un pallino di Gualdi in vari ambiti - «si potrebbe puntare sulla realtà virtuale, che rende ancora più attrattiva l’immagine». La cosa certa, per l’assessore, è partire da quelle foto di Zangheri per creare «qualcosa che segni la Cesena di quegli anni, da visitare conoscere e studiare». E la prima cosa che suggerisce di fare, oltre alla riproposizione della mostra con immagini ingrandite, è un catalogo ben fatto.

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