Cesena, imprese in crisi: più cessazioni che nuove aperture

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Lancetta sotto zero sul barometro che registra l’andamento demografico delle imprese del territorio di Forlì-Cesena. Nel corso del 2022 sono state rilevate 2.030 iscrizioni e 2.072 cancellazioni, per un saldo negativo di 42 unità. Un peggioramento rispetto al 2021, quando invece il saldo fu positivo: +170. Il -0,1% dell’anno scorso è inferiore sia al dato regionale, che sfiora il +06%, sia a quello nazionale (+0,8%). Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna, fa notare che i numeri sono più negativi rispetto a quelli medi del periodo 2017-2019, precedenti alla sberla del Covid, e poi aggiunge che sulla ripresa «pesano anche le incognite relative a crisi energetica, previsioni economiche, inflazione e tassi di interesse». Sottolinea poi che «la Romagna è da sempre caratterizzata da una imprenditorialità altamente diffusa, che ha resistito, seppure con fatica, alle crisi del 2007-2008 prima e della pandemia poi. Inoltre, la tendenza alla crescita delle società di capitale rispetto alle altre forme meno strutturate è un evento positivo, per la maggiore solidità e capacità finanziaria che queste società denotano. Ora è importante lavorare anche per sostenere la natalità di nuove imprese e per consolidare quelle esistenti».

Al 31 dicembre 2022, in provincia di Forlì-Cesena risultano 41.334 imprese registrate, delle quali 36.503 attive. Sono ben 93 ogni mille abitanti, contro 90 a livello regionale e 87 di media italiana. Rispetto al 2021, il dato delle iscrizioni risulta diminuito dell’1,6%, mentre le cessazioni non d’ufficio sono cresciute del 9,5%. Con riferimento al periodo pre-pandemia, invece, il dato delle iscrizioni risulta essere ancora inferiore del 3,7% alla media 2017-2019, così come il livello delle cessazioni non d’ufficio è più basso del 12,5%. Significative le differenze tra le varie zone per quel che riguarda le imprese attive: comprensorio di Forlì stabile; Comune di Forlì +0,2%; comprensorio di Cesena -0,1%; Comune di Cesena -0,4%; Comuni marittimi +0,5%; vallate -0,8%; Basso Rubicone +1,3%; territori collinari -0,9%. I settori più in sofferenza sono agricoltura (-2%), alloggio e ristorazione (-1,9%), trasporto e magazzinaggio (-1,5%), commercio (-1,3%) e Ict (-0,7%). Più dinamici i comparti servizi di supporto alle imprese (+3%), costruzioni (+2,8%), attività professionali, scientifiche e tecniche (+2,7%), attività immobiliari (+1,3%) e attività finanziarie e assicurative (+0,9%). Stabili il manifatturiero e i servizi alla persona. Per quanto riguarda la natura giuridica, sono maggioritarie le imprese individuali (56,7% sul totale), in flessione dello 0,6% rispetto al 2021; seguono le società di persone (20,5% l’incidenza), in flessione dell’1,9%. Le società di capitale (20,3% del totale delle imprese attive) risultano, invece, in aumento (+3,8%), un trend consolidato da diversi trimestri e che trova riscontro anche negli altri territori di riferimento (Emilia-Romagna +2,3%, Italia +2%).

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