Cesena, il sindaco: senza anziani vaccinati avremmo avuto la strage

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Dopo settimane passate ad analizzare con crudo realismo i numeri dei contagi, dei ricoveri e dei decessi dovuti al Covid, che hanno portato la Romagna sull’orlo di una catastrofe sanitaria, il sindaco Enzo Lattuca torna a guardare al futuro con fiducia. Tanto da pregustare già «un’estate con una città ancora più viva rispetto a quanto è avvenuto l’anno scorso». E se avverrà, «il merito sarà dei vaccini, che hanno superato la prova, mostrando che non impediscono del tutto di infettarsi ma salvano la vita alle persone fragili». Parte da qui il ragionamento sviluppato dal primo cittadino cesenate sull’attuale situazione pandemica. «Il recente focolaio alla “Violante Malatesta” - fa notare - ha dimostrato che il vaccino non azzera il rischio di ammalarsi, ma certamente salva vite. Così è stato in quella casa di riposo, dove durante questa terza ondata gli ospiti positivi al Covid sono stati 9, ma nonostante l’età avanzata e la salute precaria di molti di loro, c’è stato un unico decesso di una persona già allo stadio terminale per altre patologie». Lattuca è convinto che «se avessimo dovuto affrontare i picchi pandemici di queste settimane, che per noi sono stati molto peggiori di quelli delle prime due ondate, senza potere contare sulla copertura vaccinale all’interno delle strutture per anziani, le conseguenze sarebbero state tragiche: grazie all’immunizzazione in quegli ambienti ad alto rischio, abbiamo evitato una strage». Perciò la «vera sfida decisiva, quella da vincere, resta sempre un rapido avanzamento della campagna vaccinale». A questo proposito, Lattuca ribadisce quanto aveva intuito già lo scorso dicembre, al momento dell’arrivo delle prime dosi: «Quanti vaccini arrivano, tanti siamo in grado di somministrare: il nostro ritmo si adegua senza difficoltà a quello delle forniture. Se nei mesi di maggio e giugno non ci saranno intoppi nelle consegne dei vaccini, saranno quelli in cui completeremo l’immunizzazione di tutti gli anziani e delle persone fragili. A quel punto, abbiamo già visto in Gran Bretagna cosa si può fare quando si arriva alla copertura vaccinale del 50% della popolazione: ci sono le condizioni per tornare ad aprire gradualmente le varie attività». Intanto, la realtà odierna fa dormire sonno un po’ più tranquilli: «Per la prima volta da tempo siamo scesi sotto l’asticella dei 250 contagi settimanali ogni 100.000 abitanti. Si tratta di un livello di contagio ancora considerevole ma gestibile. Insomma, la situazione è tornata sotto controllo ed è l’ennesima prova che la chiusura delle attività, pur dolorosa, è servita. Gli effetti positivi iniziano a sentirsi anche in ospedale: al Bufalini siamo attualmente attorno ai 120 ricoverati nei reparti Covid». Pensando alle prossime settimane, il sindaco si aspetta «una città ancora più viva dell’ultima che abbiamo vissuto, con un recupero di socialità e anche con gradevoli iniziative ricreative e culturali all’aperto. E soprattutto credo che questa volta, quando ci avvicineremo all’autunno, lo faremo senza ricadere negli stessi problemi con cui abbiamo dovuto fare i conti nei mesi scorsi, perché la vaccinazione sarà giunta a una fase molto avanzata».

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