Cesena, i pugni di Mercadante e gli errori che tracimano

Torna in mente la scena di Mario Mercadante che sbaglia il possibile 0-2 e poi si sfoga prendendo a pugni il campo del Barbetti. Oltre a dichiarare il fine vita di almeno un centinaio di formiche in mezzo all’erba di Gubbio, quei pugni erano la frustrazione del momento più difficile della stagione, messo poi in ceralacca dall’1-1 del Gubbio, un tipo di gol che una grande squadra non prende mai.

Il Cesena ha fatto 2-2 con un Montevarchi che veniva da una striscia di 9 gare da 3 punti, quindi ieri ha pareggiato 1-1 contro un Gubbio reduce da un fatturato di 6 punti in 11 gare del ritorno. Due squadre in nettissima difficoltà, quindi due colleghe del Cesena, che ha proposto pochissimo, si è esposto al rischio dell’episodio e l’episodio è arrivato. Il livello delle partite sbagliate è tracimato e la classifica dice solo la verità: chi sbaglia così tanto non merita di stare nei primi due posti. Facciamo finta che i numeri di maglia vadano ancora dall'1 all'11: c'è una squadra che rispetto ai progetti estivi non ha trovato tre titolari-chiave: il numero 8 (Bianchi), il numero 9 (Ferrante) e il numero 10 (Chiarello), unendoci un groviglio di portieri mai decisivi in senso positivo.

Portieri, appunto. Lunedì scorso Luca Lewis ha dato una bella dimostrazione di personalità, andando a parlare in televisione dopo una partita sfortunata. Una prova di mentalità adulta per un ragazzo di 22 anni, uno in meno rispetto all’età in cui due marziani come Sebastiano Rossi e Alberto Fontana debuttarono nel Cesena in A. I suoi 22 anni sono uno in più del Conte Alberto Rognoni, quando il 21 aprile del 1940 fondò l’Associazione Calcio Cesena, fiero dell’entusiasmo dei suoi 21 anni.

Lewis ha 22 anni e giustamente ha un buon rapporto con i suoi errori, forte di un’autostima che deve avere chi fa il portiere. Poi però ad un certo punto è successo che in tv abbia pure detto: “In America a 18 anni vai via di casa, fai il tuo percorso e i genitori non ti aiutano. Qua in Italia invece è l’opposto”. Vero, in Italia abbiamo un problema con i giovani e il problema dei giovani sono i genitori e il mondo adulto. I giovani italiani vorrebbero avere fiducia nel futuro, gli adulti italiani questa fiducia l’hanno in buona parte persa e si sfogano zavorrando i figli delle loro paure. In Italia abbiamo un grosso problema di ricambio generazionale, con immarcescibili vecchi a fare ombra a ragazzi di talento, così stiamo aspettando di venire fuori in contropiede, come sempre, sperando che una inventiva superiore alla media ci porti ancora una volta a fare gol oltre la crisi. Nel frattempo, finché gioca e viene stipendiato dalla società di suo padre, il pulpito di Luca Lewis non è quello giusto per spiegarci come vanno le cose qui.

#getAltImage_v1($tempImage)

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui