Cesena, il rilancio della Rocca Malatestiana secondo i gestori

La salita che ha dovuto scalare l’associazione Jazz Life nei due anni di gestione della Rocca Malatestiana non è solo quella fisica per raggiungerla, ma anche quella metaforica: «Ci siamo insediati nell’anno del Covid: siamo entrati in una struttura complessa in un periodo complesso», ricorda Luca Di Luzio, presidente dell’associazione Jazz Life che ha in gestione la struttura dall’estate del 2021 e che la gestirà almeno fino a fine anno. Il racconto di questi due anni di gestione è stato l’oggetto della seduta di ieri sera della Commissione 3, quella presieduta dal consigliere di Cambiamo Enrico Castagnoli, come richiesto dai gruppi di opposizione.

Un inizio complicato

«Quando abbiamo cominciato – ha ricordato Di Luzio – erano ancora tante le limitazioni con cui fare i conti. Tra queste il limite di massimo 6 partecipanti per le visite guidate, il green pass, e una criticità sul parco della rimembranza». In questi due anni, racconta, «abbiamo lavorato sulla struttura, che comunque richiede una buona dose di manutenzioni, sull’ambiente generale di questo luogo, e sulla comunicazione per riavvicinare le persone alla Rocca». Uno degli aspetti che sottolinea con maggiore orgoglio è il lavoro fatto sulla sicurezza: «Grazie a una serie di investimenti e alla collaborazione con le forze dell’ordine contestuale alla rivitalizzazione della Rocca, siamo riusciti a riqualificare questi spazi». Aggiunge poi il tema della scarsa accessibilità, «a cui abbiamo cercato di porre almeno parziale rimedio attivando una navetta privata»

Musica, teatro e sinergie

C’è poi stato ovviamente il lavoro sul palinsesto: «Abbiamo creato un’offerta culturale che spazia dalla musica, al teatro, dalla classica al jazz. Lo abbiamo fatto portando artisti di rilievo nazionale e facendo rete con le associazioni del territorio». Aspetto quest’ultimo sottolineato positivamente anche dall’assessore Carlo Verona che ha ricordato come fosse una delle richieste del bando. Tra le collaborazioni cita ad esempio quella con la Bottega del Teatro, ma anche con le associazioni universitarie: «Abbiamo organizzato alcune feste, che ci hanno permesso di tornare a intercettare il pubblico universitario, anche Erasmus e in particolare dalla Spagna, in tanti che erano venuti per una festa sono tornati nel fine settimana per fare la visita»

Le criticità all’arrivo

Incalzato dalle domande dei consiglieri Di Luzio, ha raccontato quali sono state le maggiori difficoltà che ha dovuto affrontare dall’insediamento di Jazz Life: «La Rocca non aveva pubblico, se non per qualche grande evento gestito però esternamente. Aveva una pessima immagine, sia per il luogo in sé che per il parco, e aveva pessimi rapporti di vicinato. In questi due anni abbiamo lavorato su palinsesto e comunicazione per riavvicinare le persone, lo abbiamo fatto puntando su eventi quotidiani di dimensione più piccola ricostruendo un po’ alla volta un buon rapporto con i vicini che sono tornati a frequentare la Rocca. Non abbiamo mai avuto segnalazioni per schiamazzi o problemi del genere».

Le visite guidate

Rispondendo alle domande dei consiglieri Di Luzio ha spiegato anche le scelte fatte sulle visite guidate. L’organizzazione data da Jazz Life prevede la possibilità di fare visite anche al di fuori degli orari fissi, «La Rocca è sempre aperta e su prenotazione la visita cerchiamo sempre di garantirla, quando possiamo copriamo anche le richieste dell’ultimo minuto che a volte capitano, magari attraverso l’ufficio turistico. Diamo risposta a richieste di singoli, anche quando in termini meramente economici non converrebbe». Dal punto di vista museale uno dei temi sollevati dai consiglieri è stato quello del museo della civiltà contadina, che in quel contesto, ha testimoniato Di Luzio, «non ha alcuna attrattiva». «Andrebbe spostato» ha detto l’assessore, che da tempo sta esplorando soluzioni alternative.

Il punto ristoro

Altro elemento su cui l’amministrazione sta lavorando è quello del punto ristoro della Rocca dove ad oggi è consentita solo la piccola ristorazione: piatti freddi o rigenerati. «Abbiamo avviato un confronto con l’Ausl per prevedere una cappa – ha riferito Verona – sono emerse alcune soluzioni di compromesso che ora abbiamo sottoposto alla Soprintendenza a cui spetta un’ulteriore valutazione».

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