Cesena, il portiere e quella vecchia favola sul risparmio energetico

Immagine iniziale di Cesena-Fermana: riflettori accesi allo stadio fin dalla palla al centro e 1.327 coraggiosi paganti a surgelarsi in una partita di fine gennaio con inizio alle 17.30. Tutto questo dopo mesi di annunci della Lega Pro in nome della sostenibilità e del risparmio energetico. Quante chiacchiere al vento, sopraffatte da un calendario irrispettoso per chi va allo stadio, con gran finale martedì 31 gennaio alle 21 con Recanatese-Cesena, dove si rischia l’hockey su ghiaccio.

Immagine finale di Cesena-Fermana: 1-1 e applausi al Manuzzi, mentre la Reggiana stappa giustamente la bottiglia di quello buono. Il Cesena ha un’anima, nelle difficoltà non si piange addosso e combatte, quindi piace al suo pubblico, tornato ad identificarsi in quello che vede. Poi ci sono concrete possibilità che Toscano non arrivi primo, azzoppato dal suo peccato originale, la gestione di Minelli. Diventa ben difficile arrivare primo se 1) fai confusione fin dall’estate sul portiere, 2) ogni minuto di Ferrante spiega che Corazza è insostituibile.

Sono arrivati 2 punti su 12 disponibili contro Carrarese e Fermana: in un campionato normale, già questa è la selezione naturale verso i play-off. Ora c’è una settimana per ragionare sugli ultimi ritocchi e uno dovrà per forza essere un portiere di categoria. Il primo posto è a 7 isolati da qui, ma nel dubbio il secondo posto è un bene da difendere a tutti i costi. Al di là degli inciampi di ieri, se Tozzo ha un mal di gola prolungato, per un campionato in cui l'obiettivo è vincere subito, le alternative non possono essere i semi-debuttanti Lewis e Pollini. Per usare uno degli slogan di Carlo Verdone, in porta il Cesena ha una laurea doloris causa e deve cercarsi una cura.

Qui ci vuole un guizzo sapiente al mercato di riparazione, lasciando da parte ricordi suggestivi di giocatori super che diedero la svolta e passati alla storia, tipo Roberto Bordin e Fabio Aselli nel 1987 o Beppe Colucci nel 2009. Vanno lasciati da parte perché Bordin e Aselli arrivarono in quello che allora era il mercato di novembre, mentre lo svincolato Colucci sbarcò in dicembre: come tempi di inserimento, fa tutta la differenza del mondo rispetto a fine gennaio.

Resta il fatto che ci vuole un colpo da esperti. Il Cesena nei suoi momenti migliori è stato una bella avventura di pochi soldi e alcuni dirigenti che erano veri intenditori, con il ciottolato del percorso composto da giocatori arrivati giovani o sconosciuti e finiti nel grande calcio. La scintilla dell’epopea la ricordano tutti, il conte Rognoni che cede un club al passo dal fallimento a Dino Manuzzi, che avvia la svolta facendo da punto di aggregazione tra gli imprenditori ortofrutticoli della zona. Era nata la lobby dei poderi forti e sul momento non ce ne eravamo nemmeno accorti.

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