"Il parroco vuole vendere il centro sportivo": l'allarme della Nuova Virtus Cesena

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La Nuova Virtus Cesena rischia di perdere il suo centro sportivo "Elio Maraldi": la parrocchia di San Giovanni Bono ha deciso di metterlo in vendita e la società ha organizzato una assemblea pubblica.

"Una lunga storia di aggregazione all'insegna dello sport - si legge in una nota della società - iniziata negli anni Settanta con la donazione di un terreno nella zona di via Falconara alla parrocchia di San Giovanni Bono per perseguire quella finalità, rischia di essere giunta bruscamente al capolinea. La Nuova Virtus Cesena ha ereditato quella missione, inizialmente portata avanti dalla Polisportiva Ponte Abbadesse, e gestisce un centro sportivo attorno a cui ruotano diverse centinaia di bambini, ragazzi e adulti. Ma ha ricevuto dalla proprietà un'intimazione ad andarsene, perché c'e la volontà di vendere tutto. Si è così interrotto un percorso per cui la Nuova Virtus mirava a saldare un debito derivante dal fallimento dell'impresa Aldini per poi donare il centro sportivo al Comune, percorso già condiviso con l’Amministrazione, in modo da dare continuità all'attività attraverso il sistema di affidamento con avviso pubblico felicemente adottato per tanti impianti sportivi".

Un'assemblea pubblica

Per fare chiarezza su quanto sta accadendo e cercare una soluzione, la Nuova Virtus ha organizzato un'assemblea pubblica alla quale ha invitato il sindaco Enzo Lattuca, l'assessore allo sport Christian Castorri, il vescovo Douglas Regattieri, il legale rappresentante della parrocchia di San Giovanni Bonno, don Giordano Amati, il parroco dell'Osservanza, don Fabrizio Ricci, e l'economo diocesano don Marco Muratori. L'appuntamento è per lunedì 19 dicembre, alle ore 20.30, presso lo Spazio Cesuola, nei locali ex Conad in via Ponte Abbadesse 451.

La replica della parrocchia

La parrocchia segnala alcuni problemi nella gestione, tra cui il fatto che il «manto erboso sintetico è ormai a fine utilizzo» e «né la parrocchia né la Virtus sarebbero in grado di far fronte a un rifacimento generale dei manti di un campo a 11, un campo a 7 e un campo a 5». Quanto è accaduto negli ultimi mesi viene poi ricostruito in questo modo: «Per evitare il pignoramento dei beni da parte del tribunale, mancando altre soluzioni, la parrocchia ha provveduto a cercare un accordo con un possibile acquirente. Al tempo stesso, la vicina parrocchia dell’Osservanza ha prestato la cifra dovuta per evitare l’espropriazione dei beni. Tale accordo prevedeva l’alienazione dei campi sportivi per 135.000 euro, al fine di rientrare nei 90.000 euro conferiti nel fallimento Aldini, al termine di un procedimento civile iniziato nel 2017, nelle spese legali, pari a 18.000 euro, e nelle tasse da pagare dovute alla vendita».
A proposito della ricerca di un accordo con la Nuova Virtus, la parrocchia conferma il dialogo avvenuto anche col Comune e sfociato nella proposta dell’associazione sportiva di «conferire 45.000 euro subito e altri 45.000 entro la fine dell’anno tramite una campagna di raccolta fondi» e la contestuale «donazione al Comune di Cesena dell’intera struttura». Ma oltre a evidenziare che avrebbe così rinunciato a 45.000 euro rispetto all’offerta dell’imprenditore che si è fatto avanti, dice che «a fine agosto la trattativa con la Nuova Virtus è saltata, per mancata corresponsione della somma di immediato conferimento e per mancato accordo su chi dovesse reperire gli altri 45.000 euro». E così si è decisa la vendita e si è andati al muro contro muro: «La Nuova Virtus Cesena - è l’accusa finale - sta impedendo, illegittimamente, l’accesso ai locali della parrocchia, così da rendere impossibile l’esecuzione di alcune perizie necessarie per l’alienazione».

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