«Questa calma apparente ci preoccupa molto. In questi due mesi di discussioni abbiamo assistito a un rimpallo di responsabilità, in cui i cittadini sono rimasti i soli spettatori». Marco Giangrandi, presidente del comitato alluvionati Cesena, solleva alcune delle perplessità raccolte in questi mesi di confronto con i cittadini colpiti dal tremendo evento di metà maggio. L’occasione è la presentazione dei dieci punti, tra richieste e proposte, sintetizzati in sinergia con gli altri comitati della Romagna. Un elenco al quale si è arrivati anche grazie alla collaborazione delle associazioni di categoria, tra cui Confartigianato e Confagricoltura, e al confronto con esperti, architetti, ingegneri e organizzazioni sindacali. Le richieste hanno come principale punto il sostegno delle persone. «Per noi è indispensabile che sia chiaro che, dopo il grande momento di solidarietà, è ora che si presentino i veri problemi – ha detto Giangrandi – Dobbiamo fare i conti con le famiglie che stanno vivendo momenti complessi e, se lasciate sole, saranno investite dal rammarico».
Per questo le proposte riguardano le necessità più immediate. Come il nodo delle utenze, rispetto alle quali la richiesta è di annullare completamente il prelievo per i nuclei sfollati e di fare un calcolo basato sul normale consumo per quelli non sfollati. Per i ristori e le pratiche edilizie si auspica una semplificazione burocratica reale. Si auspicano inoltre l’azzeramento dei costi per l’accesso agli atti e la previsione di una corsia preferenziale per chi deve procurarsi documentazione relativa agli immobili alluvionati. Per evitare che ci sia anche una rincorsa a pratiche illecite, si chiede sia avviato un monitoraggio puntuale dei prezzi per le ristrutturazioni, in modo da evitare sciacallaggio o pratiche tipiche di chi ha una “posizione dominante” da parte di alcune imprese.
Al Comune viene rivolta una richiesta puntuale: un impegno a contribuire con una percentuale rilevante alle spese per mettere in sicurezza quelle abitazioni in situazioni critiche e a sostenere le procedure di innalzamento di barriere, d’acquisto di pompe di immersione e di installazione di paratie. Per evitare che ci si trovi spiazzati, come è successo a causa dell’eccezionalità degli eventi di maggio, il comitato chiede che sia istituito un ufficio proposto ai controlli, che verifichi puntualmente l’effettiva congruità delle richieste e delle procedure in corso. Unanecessità imprescindibile evidenziata«è che gli indennizzi, promessi dal Governo al 100%, siano reali ed effettivi».
Dalla politica ci si aspetta di più, soprattutto maggiore trasparenza. Su questa si gioca una partita importante della ricostruzione. Le donazioni sono un’altra questione che sta a cuore a Giangrandi: «Sappiamo che sono state tante e che le amministrazioni a vari livelli hanno ricevuto grande solidarietà. Vorremmo che fosse più chiaro il tragitto di questi soldi. So che a livello regionale sono già stati messi a disposizione 4 milioni per l’acquisto di nuove auto da parte di chi le ha viste distrutto dall’alluvione. A livello locale, vogliamo capire come faranno questi finanziamenti ad arrivare direttamente ai cittadini».