Cesena, i senzatetto vincono la solitudine con Giorgio Gaber: "Nessuno è nato per stare da solo"

Archivio

«Nessuno è nato per stare da solo, perché la vita è una cosa collettiva». Sono le parole con cui la presidente di Asp ha introdotto una emozionante iniziativa artistica e sociale, al centro diurno “Roverstella”, che in media è frequentato quotidianamente da una trentina di senza fissa dimora. Una di quelle persone, di nome Franco, nato dalle parti del lago Maggiore, ha messo in scena due ere fa uno spettacolo ispirato a Giorgio Gaber che lui stesso aveva ideato anni fa e proposto in altre zone d’Italia, in particolare nel Milanese. Quello proposto è stato uno spettacolo in omaggio alla canzone-teatro di quello che considera un genio e un mito, ma reinterpretata con alcuni testi riscritti e con riferimenti all’attualità. Lo ha accompagnato alla chitarra Stefano, altro utente del servizio in via Dandini, che include un dormitorio con 24 posti letto, a cui se ne aggiungono altri 12 della Caritas, ed entro fine anno ne arriveranno 16 a Oriola, gestiti da Arci, con tanto di servizio navetta, per evitare l’isolamento dal contesto urbano. Inoltre, sono state coinvolte nella rappresentazione una operatrice del “Roverstella” e una studentessa universitaria di Psicologia, Maria Chiara e Elena. È toccato a loro rompere il ghiaccio con lo splendido monologo con cui il “Signor G” debuttò nel 1970. Poi al centro della scena è stato Franco. A fare da spettatori quasi 50 ospiti, in gran parte senzatetto assistiti da Comune e Caritas, ma anche qualche esterno. Tra di loro Maria Elena Baredi, alla guida dell’Asp, che ha appunto lanciato il pregnante messaggio iniziale, al quale l’assessora Carmelina Labruzzo ha aggiunto parole altrettanto intense: «O è Natale tutti i giorni o non lo è mai. Questo calore e lo stare insieme deve esserci ogni giorno». Franco continua a ripetere che il suo girovagare lo ha portato in diverse città, ma non ha «mai trovato l’umanità che si sente a Cesena». Soprattutto è rimasto positivamente colpito per il fatto che qui l’assistenza ricevuta «non è mai un aiuto esclusivamente materiale per sopravvivere, che è comunque importante, ma una vicinanza alla persona nella sua interezza, come succede per esempio alle Cucine popolari». Un punto di riferimento accanto al “Don Baronio” che non è solo un posto dove chi è indigente può mangiare ma un luogo ricco di socialità. L’iniziativa di martedì è stata anche l’occasione per distribuire doni natalizi offerti dal Quartiere Centro urbano, la cui presidente Aldina Baldacci non è voluta mancare. A occuparsi della consegna, assieme a lei, è stato Alfio, un altro degli ospiti del centro notturno d’accoglienza, vestito da Babbo Natale per l’occasione.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui