Cesena, i seguaci di padre Orfeo replicano alla sospensione

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Dopo la soluzione del “contenzioso” con don Orfeo Suzzi, fondatore della Piccola famiglia della Resurrezione, sospeso dal vescovo Douglas Regattieri interviene con un commento Anna Miciano, laureata in teologia, rimasta legata allo spirito originario della Comunità e del suo fondatore.

Attualmente padre Orfeo si trova a Suvereto, in provincia di Livorno, dove si è ricostituita una piccola comunità con un monaco e sette suore.

«Il vescovo sembra quasi contento di averla avuta vinta su tutti i fronti, fino ad infliggere all’indisciplinato don Orfeo pesantissime censure. Viene però da chiedersi come sarebbero andate le cose se il giudizio fosse stato condotto ad armi pari, cioè davanti a un giudice super partes e non come in questo caso davanti al vescovo nel ruolo di accusatore e nello stesso tempo di giudice». A conclusione del processo canonico extragiudiziale il vescovo ha dichiarato comunque che la sentenza sospende per don Orfeo la facoltà di celebrare in pubblico sacramenti e sacramentali, la facoltà di ascoltare confessioni e di predicare in chiese ed oratori in occasione di riunioni di fedeli. «Le censure comminate dopo il processo – continua Miciano – sono le stesse di quelle comminate con precedente decreto poi fatto ritirare da Roma. Dal che si deduce che il processo è stato una pura formalità, cioè un dare forma a una decisione già presa».

Anche la convinzione del vescovo di aver salvato la presenza del carisma della Piccola Famiglia della Resurrezione in Diocesi grazie al commissariamento della comunità non convince la fedelissima di don Orfeo. «È del tutto da dimostrare che l’intervento “al momento giusto” e il commissariamento della Famiglia abbia salvaguardato la comunità monastica».

Il vescovo parla anche di fuga di don Orfeo, con un monaco e sette sorelle, che in effetti ora si trova in Toscana. «Questa è una interpretazione del vescovo – commenta Miciano – che però non tiene conto di elementi significativi, anche psicologici e spirituali: quelli di un padre al quale è sottratta la paternità, la Famiglia, i beni personali per motivi tuttora incomprensibili. Se fuga è stata, è stata fuga da una malignità riconosciuta».

Padre Orfeo, che appunto da tempo si trova fuori diocesi, avrebbe chiesto di essere scardinato da quella di Cesena-Sarsina. «Secondo il diritto canonico - conclude Miciano - non c’è motivo per cui il vescovo non possa scardinare dalla diocesi un sacerdote di 80 anni. Sarebbe un atto di pace fra tutti e due, solleverebbe tutta questa vicenda da tensioni in diocesi andate fin troppo oltre, e dove il legalismo uccide lo spirito. Occorre un segno di pace del vescovo dopo tanto dolore per tutti».

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