Cesena: i ciclisti urbani plaudono al nuovo viadotto

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I “Ciclisti Urbani Cesena” sono soddisfatti dopo la riapertura del viadotto Kennedy. Che per questioni economiche, di tenuta e di finanziamenti regionali legati alla transazione ecologica (piste ciclabili) è “rinato” ieri come da progetto definitivo stilato nell’aprile 2019: con solo una corsia per senso di marcia e due maxi piste ciclo pedonali ai lati, al posto dei vecchi stetti e sgangherati marciapiede.

Il tutto... «In barba ai tanti Hamilton romagnoli abituati a sfrecciare nei circuiti cittadini - spiegano i ciclisti urbani di Cesena - che stanno muovendo critiche legate al fatto che col nuovo assetto “sarà impossibile superare le lumache” e “si formeranno continui ingorghi, specialmente negli orari delle scuole”. Per non parlare, poi, dei genitori degli studenti di Iti e Ragioneria: come potranno continuare la pratica della sosta selvaggia sul cavalcavia?».

Per i ciclisti urbani il nuovo viadotto è ottimamente congegnato: «Prima del restyling, il viadotto Kennedy era l’unico tratto di strada urbana a 2 corsie: 400 metri su quasi 900 chilometri di strade. È vero, la corsia di sorpasso permetteva di superare chi ci precedeva, ma subito dopo si era costretti a frenare bruscamente per immettersi nella viabilità “ordinaria”, oltretutto in una zona sensibile, con un importante polo scolastico. Quindi, la corsia di sorpasso favoriva esclusivamente il singolo automobilista di fretta ma si rivelava del tutto inutile ai fini della circolazione».

Chi sostiene che si formeranno code e ingorghi (già segnalati alla polizia locale ieri mattina, ndr) per colpa del restringimento della carreggiata per i ciclisti urbani dice una cosa non vera. «Il traffico si crea a causa del numero elevato di mezzi, quindi per colpa dell’uso smodato dell’auto che quasi tutti facciamo, non certo a causa delle infrastrutture. Per oltre 50 anni i progettisti hanno allargato le strade, divorando pressoché tutto lo spazio pubblico a disposizione, convinti che la viabilità sarebbe defluita meglio, ma a distanza di decenni si sono accorti di aver preso un grosso abbaglio. L’idea alla base del progetto del nuovo ponte è quella di concedere più spazio alle persone, creando le migliori condizioni per permettere ai cesenati di spostarsi con mezzi alternativi all’auto».

Venendo al problema del parcheggio selvaggio sul cavalcavia in passato: «Per una parte infinitesimale di genitori abituati a recuperare i figli a 10 metri da scuola un progetto strategico per la città non poteva essere cambiato. Attenzione, nessuno vuole demonizzare questi genitori premurosi. Non sono persone cattive, ma persone che avevano una cattiva abitudine e che adesso, grazie a una rinnovata e moderna infrastruttura, dovranno adattarsi al cambiamento dell’ambiente che li circonda. Per il benessere individuale (loro e dei loro figli) e per quello collettivo. Gli studenti potranno fare una salutare passeggiata per raggiungere punti meno critici. Con buona pace degli Hamilton romagnoli».

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