Cesena, guerra in Ucraina: i pacifisti si mobilitano

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Il fragore delle bombe ha fatto uscire anche i pacifisti cesenati da un letargo forse dovuto alle speranze nutrite fino all’ultimo che le tensioni tra Russia e Ucraina potessero allentarsi in modo pacifico. A mobilitarsi, promuovendo un presidio che si terrà martedì 1° marzo ai giardini Savelli, sono stati i sindacati. I segretario di Cgil e Uil Cesena e di Cisl Romagna, Silla Bucci, Marcello Borghetti e Francesco Marinelli, hanno lanciato ieri un appello alle amministrazioni e alle associazioni perché aderiscano alla manifestazione nell’area verde lungo viale Carducci, «contro la guerra, che sta causando solo morti e feriti». Chiedono «un intervento deciso delle istituzioni europee, affinché si definisca un quadro negoziale che consenta di giungere a un’intesa globale sulla sicurezza in Europa, applicando gli accordi di Minsk e nel rispetto degli accordi di Helsinki, ribadendo l’inviolabilità delle frontiere. Il governo, le istituzioni italiane e l’Unione europea devono ribadire il rifiuto di ogni tipo di intervento militare, rilanciando le trattative sulla riduzione degli armamenti, promuovendo un clima di distensione e cooperazione». L’invito a unirsi martedì al «no alla guerra in Ucraina» è indirizzato a tutti: singoli e associazioni e gruppi, che possono comunicare la loro adesione entro lunedì alle ore 18 con un messaggio alla mail ce.segreteria@er.cgil.it.

Intanto, ieri a suonare la carica ci ha pensato un drappello di donne ucraine, spalleggiate da loro cari, colleghi e amiche, che dopo essersi trovate a pregare nella chiesa di S.Anna in piazza del Popolo, punto di riferimento religioso degli ucraini greco-cattolici, hanno testimoniato accanto alla fontana Masini le loro angosce e la loro condanna per l’attacco ordinato dal presidente russo Putin. Si sono radunati nello stesso punto alle 14 di oggi.

Inoltre, domani alle 18, Jacopo Rinaldini, cittadino cesenate fortemente impegnato a favore della pace e dei diritti, invita a ritrovarsi, sempre in piazza del Popolo per un momento di letture contro la guerra e di confronto. Non una manifestazione, per la quale sarebbe necessario chiedere autorizzazioni che hanno i loro tempi, ma una condivisione informale e spontanea della «necessità di sentirci parte di una famiglia unica- spiega Rinaldini - C’è l’urgenza di fare qualcosa e tornare a urlare tutti assieme che noi ripudiamo la guerra». Un messaggio che sarà veicolato anche leggendo qualche brano di costruttori di pace come Tiziano Terzani.

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