Cesena, green pass: medici ospedalieri chiamati a fare i guardiani

Cesena

Sconcerto e rabbia tra i medici ospedalieri, chiamati a fare i “guardiani”, controllando i green pass dei colleghi. L’altro ieri - riferisce Gilberto Vergoni, timoniere dell’Anaao Romagna, la principale organizzazione dei camici bianchi - al Bufalini, come sta avvenendo in tutti i nosocomi dell’Emilia-Romagna, è stato chiesto di individuare tre nomi per ogni reparto: sono quelli di chi, una volta munito di scanner portatile e software gestionali connessi, sarà chiamato a verificare quotidianamente su un campione di almeno il 20% dei professionisti in servizio che tutti siano vaccinati.
Durissima la reazione. «È l’apoteosi di una burocrazia acefala, che prende il sopravvento sui neuroni del cervello - è il commenta tagliente di Vergoni - È una cosa grottesca, surreale e stupida. Colpa della politica, che ancora una volta fa scelte su questioni che non conosce, non rendendosi conto dei danni che fa».
In questo caso, sotto tiro è quindi il livello politico, più che quello dirigenziale, che a quanto risulta ad Anaao sta semplicemente attuando disposizioni che avrebbero previsto questo sistema fin dal 15 ottobre.
Vergoni ricorda che «i medici sono in ospedale per curare i malati e salvare vite, e non possono certo farsi carico di compiti inappropriati e anche inutili, appioppati da “passacarte”». Poi si chiede: «Che bisogno c’è di fare questi accertamenti giornalieri, visto che chi lavora in ospedale è già “schedato”, tanto che alcuni medici non vaccinati sono stati sospesi? Già ora chi non ha il green pass non può timbrare. Che senso ha chiederci di scannerizzare i certificati dei colleghi per compilare superflui fogli elettronici su Excell? Per non parlare del fatto che è una follia pensare che qualcuno possa controllare, per esempio, il medico che monta di notte, il chirurgo reperibile che va in sala operatoria o i colleghi del 118 impegnati in emergenze». Conclusione: «Se proprio bisogna fare questi controlli, li facciano gli operatori che presidiano gli ingressi. I medici sono già oberati di mille cose da fare, molto più urgenti».

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