Cesena, già pronti 35 posti per accogliere gli afghani in fuga

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Se e in che numeri anche il Cesenate sarà chiamato a fare la propria parte nell’accoglienza dei profughi in fuga dall’Afghanistan non è ancora dato saperlo. È però già certo è che l’Unione Valle Savio è pronta a dare il proprio contributo, con circa 35 posti subito disponibili. È stato formalmente comunicato alla Prefettura, l’ente deputato alla gestione dell’accoglienza, che in queste ore ha attivato una ricognizione disponibilità, chiedendo ai Comuni di fare sapere quanti posti possono mettere a disposizione. «Nell'ambito dell’accoglienza che potremmo definire “normale” - riferisce il sindaco Enzo Lattuca - i posti disponibili, già noti alla Prefettura, sono 26. A questi siamo in grado di aggiungerne un’altra decina in poco tempo, anche in qualche ora se dovesse rendersi necessario». I 26 posti già noti alla Prefettura sono quelli che rientrano nel sistema di accoglienza Cas, i centri di accoglienza straordinaria, che di fatto, a dispetto del nome che ancora portano, sono centri la cui funzione ormai entra nell’ordinario. Rientrano già nella convenzione con la Prefettura e di questi 21 sono gestiti da Asp e 5 dalle Misericordie. Gli altri 10 posti che possono essere messi a disposizione sono invece aggiuntivi rispetto a queste convenzioni e sono in realtà solo una prima e immediata, e per questo parziale, capacità di risposta di questo territorio. «Se ce ne fosse bisogno - spiega il sindaco - strutturalmente e con un po’ di tempo a disposizione, saremmo in grado di garantire ulteriori posti». Questi dati sono da accompagnare però a un’altra considerazione: «I numeri effettivi dell’accoglienza potrebbero cambiare per rispondere alle esigenze effettive», avverte il sindaco. Spesso il sistema territoriale d’accoglienza ha gestito gruppi adulti (per lo più di maschi soli), ma in questo caso potrebbe magari capitare di dover accogliere nuclei familiari e in quel caso la priorità sarebbe rivolta a tenerli uniti. «Sono esigenze che ancora non conosciamo noi sindaci, ma rispetto alle quali cercheremmo di farci trovare pronti». Così come non è ancora noto quale sarà il percorso giuridico di queste persone: non è per esempio chiaro se chi arriva con gli aerei militari ha già ottenuto lo status di rifugiato o se dovrà richiederlo una volta arrivato in Italia. “Cesena città accogliente” non era solo uno degli slogan della scorsa campagna elettorale per le amministrative, ma una realtà testimoniata dalla rete solidale fatta di associazioni, enti del terzo settore, ma anche singoli cittadini, che è tutt’oggi attiva o pronta a riattivarsi. «Immagino che ci saranno anche persone contrarie ad accogliere queste persone, ma quello che ho percepito finora - riferisce il sindaco - non è preoccupazione. Sento anzi una grande sensibilità da parte della società civile. Credo che nei numeri, oltre che nelle intenzioni, quella che emerge è la fotografia di un territorio pronto a fare la propria parte. Se fosse così in tutto il Paese, l’Italia avrebbe la capacità di accogliere decine di migliaia di persone».

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