Cesena, gasdotto in 15 comuni romagnoli: proteste per i contentini

Dopo un primo avviso “d’assaggio” e incontri di persona con i tecnici Snam in cui i cittadini hanno visto un approccio in stile “prendere o lasciare” invece che un’occasione di reale dialogo, è arrivata una nuova comunicazione a chi verrà toccato dal maxi metanodotto che attraverserà anche il territorio cesenate. Inuna lettera recapitata nelle scorse ore si invitano i proprietari dei terrenidoveverràrealizzatoo di case e attività situate nelle vicinanze ad acconsentire alla costituzione di una servitù di gasdotto, firmando i relativi atti. La reazione generale è stata a dir poco amareggiata leggendo “l’offerta” di corrispettivo che è stata fatta: 100 euro una tantum, come riferiscono alcuni cittadini che abitano nelle zone di Capocolle e Diegaro. Sono una trentina di euro in più rispetto ai 68 che erano stati prospettati nei contatti iniziali. Ma restano un’inezia. E molti si sentono presi in giro per questo modo di procedere. Quella cifra, che si riceverebbe al momento dell’ok davanti a un notaio, è la ben magra consolazione proposta a chi, pur non toccato dalla presenza dell’infrastruttura sulla sua proprietà, si trova nella fascia di rispetto. Per gli altri, coinvolti più direttamente, ci sarà probabilmente un ristoro un po’ più alto. Soprattutto per quelli che hanno poderi coltivati, per i quali nella missiva firmata dal project manager di Snam, Giorgio Moncalvo, si anticipa che saranno versate indennità qualora si debbano estirpare piante.

I malumori per questa vicenda si stannoperò diffondendo a macchia d’olio tra chi se l’è vista piombare addosso all’improvviso. Tanto che si è formato in un batter d’occhio un comitato, che ha già trovato una sponda in Legambiente. Si è subito obiettato che, a quanto pare, alcune zone attraversate dal metanodotto sarebbero sotto tutela per l’esistenza di vincoli paesaggistici. Anche se va detto che le tubature non saranno in superficie ma verranno interrate, con una tecnica presentata come poco impattante dal colosso del gas: l’intervento dovrebbe riguardare una fascia di terreno larga 28 metri nelle aree agricole e una di 18 metri in quelle boscate e dovrebbero essere sufficienti trincee di scavo profonde 3 metri.

Quello di cui si parla è uno dei tronconi di un metanodotto della Snam che dal sud Italia dovrebbe arrivare fino all’Emilia. Precisamente, è il tratto tra Sestino, in provincia d’Arezzo, e Minerbio, nell’hinterland bolognese. È lungo 141 km e il costo per l’intervento si aggira attorno a 700 milioni di euro, dovrebbe attraversare anche il territorio cesenate. Già nel lontano 2012 era stato presentato al Comune di Cesena un disegno di massima relativo al territorio di sua competenza. Ed era arrivato un primo via libera a procedere. Ma poi tutto è rimasto a lungo in stand-by e solo all’inizio di questa estate la vicenda è diventata di dominio pubblico, quando Snam ha dovuto fare passi concreti informando i proprietari privati lungo il tracciato dell’infrastruttura che è intenzionata a costruire in tempi brevi. Oltre a Cesena, sono 14 i comuni romagnoli con porzioni di territorio toccate dall’opera: Sogliano, Roncofreddo, Sarsina, Mercato Saraceno, Sant’Agata Feltria, Pennabilli, Casteldeci, Forlì, Bertinoro, Russi, Bagnacavallo, Ravenna, Conselice, Alfonsine.

Commenti

  1. considerata grandi opere,……minima spesa….massimo guadagno da diversi….politicamente protetti…..scarsa competenza territoriale….molta prepotenza……

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