Continuano le proteste contro la decisione di tenere gli esami di maturità in forma solo orale. Dopo l’ordinanza firmata giovedì scorso dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha rimosso le prove scritte di fine anno dalle scuole medie e superiori, inizia a montare il dissenso. Insegnati e studenti si sono trovati a fare i conti da un momento all’altro con questa modifica, in qualche caso a pochissime ore dall’inizio delle prove. Da subito la notizia ha iniziato a girare tra gli istituti, sollevando molte critiche tra i docenti. Da venerdì è partita una raccolta firme a nome degli insegnanti delle scuole superiori e medie della Romagna, con la quale si chiede al ministro Valditara, alla premier Giorgia Meloni e al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Versari, di ripristinare le prove scritte, o in alternativa di lasciarle come opzione.
La petizione degli insegnanti
Dal testo della petizione, che al momento ha ottenuto 500 firme, si legge la sincera preoccupazione degli insegnanti, che ritengono che il provvedimento sia nato da buone intenzioni «ma in realtà sia lesivo del lavoro svolto da insegnanti e studenti, durante l’intero anno scolastico». Un passo indietro, insomma, che riavvicina al periodo della pandemia. E oltre ai tempi e ai modi del provvedimento, che danno destato «vero stupore e sincera preoccupazione», ha colpito la scelta di lasciare il solo colloquio orale senza un’adeguata preparazione per le studentesse e gli studenti. «Ridurre l’esame di stato al solo colloquio – si legge nella petizione – riduce lo spettro di espressione della preparazione e del lavoro svolto, con impegno e costanza, anche durante il disastro, da ciascun appartenente alla comunità scolastica». Si tratta poi di un provvedimento esteso a un territorio molto ampio, in cui rientrano anche zone non colpite direttamente dalle drammatiche conseguenze dell’alluvione e che forse avrebbero meritato maggiore oculatezza. Si auspica quindi un esame senza «agevolazioni non richieste», che per i firmatari sono diventate, «per tempistica e modalità di trasmissione, inciampi veri e propri» per gli allievi.
Le firme online degli studenti
Rimane online anche la petizione “Maturità con gli scritti anche in Romagna” promossa dagli studenti su change.org, che ieri aveva già registrato più di 780 firme.
L’opinione del sindaco Lattuca
Anche il sindaco cesenate Enzo Lattuca, invitato a dire la sua, ha molte perplessità sul modo in cui si è arrivati alla decisione, ma anche sul merito della stessa. «Non c’è stata alcuna consultazione con i Comuni – lamenta – e la tempistica è stata un po’ goffa e tardiva. La decisione del ministro non ha avuto insomma il pregio né dell’immediatezza, né dell’attenta riflessione e della condivisione, che avrebbe potuto giustificare la lentezza nel prenderla. Il principio è giusto, perché è vero che ci sono maturandi che vivono una situazione particolare, ma se ne sarebbe potuto tenere conto nelle valutazioni, attraverso le commissioni interne».
la scuola continua il suo naufragio