Cesena, Enrico Franceschini presenta “Ferragosto”

Enrico Franceschini, editorialista di Repubblica, da tanti anni residente a Londra, è in Romagna, sua terra d’elezione vacanziera, per un tour di presentazione del nuovissimo romanzo. Il titolo, iconico, è Ferragosto (Rizzoli); oggi alle 18.30 è al chiostro di San Francesco di Cesena. Alle 21 si trasferisce a Cervia nel giardino del Grand Hotel; giovedì 22 alle 21 continua a Cattolica, Altamarea Beach Village; chiude venerdìa Cesenatico in Arena Cappuccini; alle 21 è ospite di Cesenatico noir.

Il romanzo è il secondo capitolo dopo Bassa marea (2019); là raccontava la riviera in primavera, qui in piena estate. Manca ancora qualche settimana a Ferragosto, ma le pagine di Franceschini fanno immergere nel clima che dagli anni Sessanta caratterizza questo giorno sulla riviera romagnola e a Cesenatico. Dietro al paese di Borgomarina infatti, è facile riconoscere il borgo di pescatori cesenaticense; nei capanni lungo il molo, nel traghetto che costava 20 lire, nel Marè o nel bagno Magnani, nell’esagerato pranzo di Ferragosto. Protagonista è Andrea Muratori detto Mura, giornalista in pensione col vizio dell’investigazione. È una sorta di alter ego dell’autore, ma assai meno à la page del giornalista bolognese: «Come Mura, anch’io sono andato in pensione; lui però ha smesso di scrivere, io continuo».

Nell’estate del Ferragosto che celebra, dice, «la Romagna del mito» e un immaginario che pandemia e restrizioni sanitarie hanno offuscato, permane una costante: la boa di Ferragosto che introduce un Ciao mare d’addio racchiuso in modo emblematico nella canzone di Raoul Casadei.

Proprio al re del liscio Franceschini dedica il suo romanzo: «Ciao mare. In memoria di Raoul Casadei (1937-2021) nato il giorno di Ferragosto».

«Per noi emiliano-romagnoli – spiega l’autore – l’estate gira attorno al Ferragosto che rappresenta una boa; quando si passa subentra un pizzico di malinconia; un temporale, giorni più brevi, fanno capire che l’estate ha ormai fatto ciò che poteva, e subentra la nostalgia. La malinconia è il sentimento che preferisco, la provo anche nei film del romagnolo per eccellenza Federico Fellini. Coi miei libri vorrei trasmettere una malinconia in cui ci si crogiola volentieri. Per me è un sentimento d’affetto che ci rende forse più sensibili verso il nostro mondo e la nostra gente».

Nel Ferragosto dello scrittore si dipana una storia intrigante, a partire dall’omicidio di un fotografo di erotismo ritrovato in posa oscena. «Ho mescolato cose classiche dell’estate italiana, corna e tradimenti, fotografi che spingono a pose osé, a un mistero italiano; mi collego “all’oro di Dongo”, il tesoro di Mussolini mai ritrovato».

Al romanzo noir l’autore aggiunge citazioni storico informative sui luoghi che racconta: «Mi piace attraverso il romanzo fare emergere la storia della Romagna, terra di pescatori e contadini divenuta la California italiana. Perciò ho fatto anche ricerche».

Seguiranno altri due romanzi per completare le stagioni, già opzionati per il cinema.

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