Cesena, emergenza psichiatrica tra i giovani: «Servono più risorse»

Il quadro proposto dalla Società italiana di Psichiatria, in convegno oggi a Bologna, è tutt’altro che rassicurante. I dati confermano che l’impennata di disturbi, da quelli del comportamento alimentare, agli stati depressivi, fino all’autolesionismo, non accenna a fermarsi tra i più giovani. E preoccupa, soprattutto a causa di risorse sempre più insufficienti, sostiene il direttore del Dipartimento di Salute mentale di Forlì-Cesena e presidente regionale del Sip Emilia Romana, Michele Sanza: «Noi chiediamo che per la salute mentale sia messa a disposizione una fetta più ampia del Fondo sanitario regionale. Abbiamo un vertiginoso incremento di bisogni e domanda di cura tra giovani e giovanissimi, che richiede risposte concrete». Dopo la pandemia è diventata evidente l’esigenza di percorsi di cura più adeguati. «Bisogna incrementare le risorse e migliorare le pratiche assistenziali con politiche di prevenzione e presa in carico precoce sul territorio, nelle scuole e nelle comunità», continua Sanza. Per questa ragione il Dipartimento di Salute mentale ha recentemente rafforzato la rete con nuovi educatori, impegnati nei programmi di transizione dalle aree della neuropsichiatria infantile verso i servizi di salute mentale per adulti.

Sempre più spesso si registra anche la concomitanza con dipendenze patologiche. Rispetto all’abuso di sostanze, si alza l’età dei consumatori, nonostante l’accesso alle sostanze sia sempre più precoce. I quadri osservati dal Dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche offrono sempre più spesso scenari in fase acuta, con disturbi psicotici indotti da farmaci e sostanze psicostimolanti in fasi avanzate. Tra le più diffuse spiccano il mefedrone, il Ghb, nota come droga dello stupro, e la cocaina. Che tengono banco anche tra i più giovani, e rimangono molto difficili da intercettare. E complicano le probabilità di diagnosi e quindi l’adozione di trattamenti mirati fin da subito.

«Non dobbiamo dimenticare che, come ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità, l’impatto dei disturbi mentali è in stretta correlazione con contesti socio culturali più svantaggiati e livelli di basso reddito», ricorda Sanza. Per questo rimane fondamentale mantenere alta l’attenzione sull’attività di rete, sia con le famiglie sia con le scuole.

Per poter svolgere in maniera adeguata il lavoro richiesto da questa “emergenza psichiatrica” è indispensabile rafforzare anche l’organico. Negli ultimi 7 anni in regione c’è stato un calo del 15% tra i medici dei Dipartimenti di Salute mentale e dipendenze patologiche, passati da 566 nel 2016 a 477 nel 2021. Su questo si aprirà il convegno della Società italiana di Psichiatria, a cui parteciperà anche l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini.

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