Cesena, elezioni: Zampa vuole una Bolognina bis per rifondare il Pd

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Come si esce «dal tunnel in cui Renzi ha infilato il Pd nel 2018?». Sandra Zampa, capolista per il centrosinistra nel listino plurinominale al Senato per la zona di Forlì-Cesena e Rimini non ha dubbi: «Serve una vera rifondazione del partito, un po’ come fece a suo tempo chi lo fondò. Una sorta di seconda Bolognina. Sbaglia chi pensa di risolvere tutto con un semplice congresso, cambiando qualche figurina. Le ricette semplicistiche non servono, abbiamo bisogno di una vera e profonda discussione, dicendoci in modo chiaro quello che abbiamo da dirci». E soprattutto - avverte la parlamentare neoeletta, nata a Mercato Saraceno nel 1956 - «bisogna evitare i soliti correntismi che da tempo stanno danneggiando il Pd, come ho denunciato più volte». Perciò a Zampa non convince l’invito fatto da più parti a spostare verso sinistra l’asse del Partito Democratico: «Chi lo propone lo fa sperando che si torni a un sistema proporzionale, in modo da ritagliarsi così un piccolo spazio». Il tentativo di occupare l’area riformista da parte della nuova forza di Renzi e Calenda viene respinto da Zampa, che non è una delle parlamentari uscenti, ma dal 16 settembre 2019 al 13 febbraio 2021 è stata sottosegretario del Ministero alla Salute e ha alle spalle un’esperienza decennale da deputata. «Quella è l’area in cui ci muoviamo noi, è già occupata. Il disegno di Renzi è chiaro e spregiudicato. E la mossa fatta da Calenda, rompendo il patto stretto e facendo una campagna aggressiva contro il Pd che ha finito per rafforzare la destra, è costato caro. A causa dell’assurdità di questo sistema elettorale, la decisione presa da Calenda ha fatto venire meno 6-7 seggi che il centrosinistra avrebbe potuto conquistare al Senato e che avrebbero fatto la differenza, perché avrebbero determinato una maggioranza della destra più risicata». Le ultime parole Zampa le riserva al segretario Enrico Letta, dicendo che «anche in queste ore ha dimostrato di essere persona perbene e gli va riconosciuto di essere riuscito a tenere insieme un partito che si stava dilaniando. Purtroppo non abbiamo centrato il secondo obiettivo che si era dato, che erano le elezioni. Ma se si guardano i numeri, si vede che sostanzialmente sia i numeri complessivi del centrodestra sia i nostri sono abbastanza stabili rispetto al 2018. A creare lo squilibrio nella rappresentanza in Parlamento è stata una pessima legge elettorale».

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