Cesena e Imola sotto l'ombrellone, Faenza e Rimini libere di sognare

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Cesena e Imola in vacanza, Faenza pronta a giocarsi tutto nella bella di mercoledì e Rimini in attesa di cominciare domenica prossima la serie dei quarti contro il colosso Bakery. Il 1° turno dei play-off e play-out in B non ha riservato grosse sorprese e il fatto stesso che, nei tabelloni “promozione”, siano andati a gara cinque solo due serie (Vicenza-Luiss Roma e appunto Bernareggio-Rekico) dimostra, obiettivamente, come nei 4 gironi le differenze fra le forze in campo fossero marcate. Basta infatti spostarsi, infatti, nei tabelloni play-out per trovare ben 4 sfide su 7 destinate alla bella (Mestre-Montegranaro deve ancora cominciare causa Covid), ennesima riprova di un campionato spaccato in due: chi corre per la promozione da una parte e tutto il “resto del mondo (cadetto)” dall’altra.

Lo stesso girone A, quello delle romagnole, con almeno 4 squadre che nelle ultime due settimane di regular season potevano passare dai playoff ai playout ne è la conferma. Meglio però lasciare valutazioni e discorsi sulla necessità di una riforma dei campionati ad altri momenti (intanto sarà fatta dalla Fip e quindi al 90% sarà sbagliata) e concentrarsi sul presente: Rimini ha reagito nel migliore dei modi all’assenza causa Covid del proprio coach Massimo Bernardi e si è sbarazzata con un 3-0 non scontato della Juvi Cremona. L’innesto di un elemento incisivo come Peroni, che fa seguito a quello di Fumagalli, rafforza le ambizioni riminesi di promozione e con tutta la squadra in netta crescita fisico/emotiva i tifosi biancorossi possono legittimamente sperare. Ora, però, arriva la serie verità, perché Bakery Piacenza-RivieraBanca “puzza” tanto da finale anticipata. Certo, Livorno (soprattutto) e anche la vincente di Bernareggio-Faenza vanno assolutamente rispettate, ma Piacenza e Rimini hanno una marcia in più. La Bakery ha perso la miseria di 3 partite in tutta la stagione, può contare su esterni incisivi come Perin e l’ex forlivese Sebastian Vico, ma fra De Zardo, Udom, Birindelli e gli ex Tigers Planezio e Sacchettini la lista dei giocatori capaci di decidere una partita a questi livelli si fa davvero lunga. La Rbr avrà bisogno del miglior Crow e di un Rivali “illuminato” anche a livello atletico poi, probabilmente, la differenza rispetto a quanto successo finora dovrà farla dentro l’area Tommy Rinaldi, chiamato ad un salto di qualità. Ci sarà tanto da soffrire, insomma, per i tifosi riminesi, ma la serie si prospetta aperta ed equilibrata.

Lo stesso sportivo patimento lo patirà mercoledì il popolo della Rekico, per una quinta partita fra Bernareggio e Faenza sulla carta più indirizzata verso la Romagna. Garatre e quattro sono state dominate dalla squadra di coach Serra, che in Brianza invece aveva buttato via, specie nella prima partita, situazioni molto interessanti di vantaggio. Brutalizzare così Bernareggio al Pala Cattani potrebbe rappresentare la chiave psicologica della serie e mercoledì Faenza dovrà partire forte, per sfruttare il vantaggio acquisito negli ultimi 80’. Certo è che le due squadre e i due sistemi si somigliano tremendamente e che ribaltare uno 0-2 risulta sempre molto ostico, a qualsiasi livello, quindi questa volta potrebbe toccare ai singoli decidere la partita. E fra Pierich, Testa, Petrucci e un Ballabio finora non scintillante ma brianzolo doc, di carte da giocare anche in tal senso la Rekico ne ha parecchie.

Quelle che hanno finito

Sipario calato, come scritto all’inizio, per Tigers e Andrea Costa. Cesena, obiettivamente, poche speranze aveva con Agrigento, altra squadra che con due americani e un cambio italiano in più potrebbe figurare senza problemi in A2 (da dove è scesa solo per propria decisione). Vero, in garatre da Battisti e compagni ci si attendeva qualcosa di più, ma la stagione molto tormentata ha fatto pagare dazio ai bianconeri, apparsi svuotati proprio in testa. Non a caso in terra sicula i Tigers hanno venduto cara la pelle, poi davanti alla prospettiva di uno 0-2 quasi impossibile da ribaltare e alle conseguenze (pure economiche per il club) di un ritorno ad Agrigento … si sono sciolti come neve al sole. Per come era iniziato il campionato il club romagnolo deve, a nostro modo di vedere, festeggiare lo scampato pericolo e provare a ripartire dalle poche certezze attuali, in primis fuori dal campo, perché i meriti nella remuntada del recuperato Gabriele Foschi sono evidenti.

Infine Imola, che partita con ambizioni play-off si è ritrovata a lottare per la salvezza, complice una serie di colpe e di sfortunati eventi davvero irripetibile. Prima gli infortuni di Sgorbati e Quaglia, poi i problemi economici della società e i ritardi negli stipendi, quindi il Covid che in due ondate ha messo fuori causa mezza squadra e l’intera dirigenza, infine l’addio di una pedina fondamentale come Fultz, il non digeribilissimo cambio ai vertici di via Valeriani e i problemi fisici di Sgorbati, Preti e Banchi. Quando una catena di risultati avversi nei recuperi ha portato Imola ai playout molti, comprensibilmente, pensavano al peggio. E invece, grazie ad un’eccezionale reazione del gruppo, l’Andrea Costa è riuscita a salvarsi, con un sonante 3-0 su Ozzano e andando oltre, pure, alla perdita di Banchi (forse il migliore fino allora della serie) ad inizio di gara3. Merito della squadra e dello staff tecnico che, pur lavorando in condizioni davvero difficili causa una società poco presente, davanti al “pericolo massimo” sono riusciti a ricompattarsi. Averlo fatto con un contributo importante di giovani (Fazzi ed Alberti) che l’anno scorso faticavano in D o di altri (Zanetti) con zero esperienza Senior, dimostra la bontà del lavoro svolto in palestra da coach Paolo Moretti. Che poi è quello che conta. Il futuro? Anche qui tutto da scrivere, ma di certo ora e per alcune settimane i problemi non saranno legati al campo, quindi trovare soluzioni e salvare la società iscrivendola al prossimo campionato spetta alla dirigenza. Ad ognuno il suo.

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