Cesena, Dvorak al Bonci con la Maderna e Ilya Grubert

Riapertura e ripresa della musica dal vivo dopo un lungo inverno di confinamento per il teatro Bonci. “Il primo concerto aperto al pubblico nella città” come riferisce la direttrice del Conservatorio Bruno Maderna, Laura Pistolesi, «felici di poter tornare a far musica con il pubblico nel prestigioso teatro, e tra i primi conservatori a realizzarlo, non avendo mai smesso di fare lezione in presenza».
In collaborazione con Salerno
Un concerto che si preannuncia di grande rilievo quello che si tiene questa sera alle ore 19, in collaborazione al Conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno, inserito nella stagione concertistica del Bonci. All’ampio organico dell’orchestra sinfonica del Conservatorio Bruno Maderna si affianca infatti la presenza di due rinomate personalità del panorama musicale internazionale: Stefano Pagliani alla direzione d’orchestra e il leggendario violinista lettone Ilya Grubert, ospite solista. Entrambi ritornano al Bonci per un progetto musicale ambizioso intessuto sull’arte di Antonin Dvorak, uno dei maggiori esponenti della musica boema, nell’anniversario del centoottantesimo anno dalla nascita.
Per metterne in luce la sua grandezza, nella perfetta fusione del predominante linguaggio musicale slavo con la tradizione armonica e formale della musica tedesca, si potranno ascoltare due capisaldi della musica sinfonica: il Concerto in la minore per violino e orchestra op.53 e la nona Sinfonia in mi minore “Dal nuovo mondo”. La pagina del Concerto che ritrova come interprete, per questa serata, uno dei più grandi violinisti di tutti i tempi, fu dedicata al celebre violinista Joseph Joachim e va considerata tra le più felici del musicista ceco; la naturale musicalità degli slavi si esterna in piena spontaneità e congenialità, in quella “gioia del far musica” che ben si addice allo spirito del momento.
A sua volta tra le più eseguite, annoverata tra le pagine sinfoniche più celebri e più sorprendenti dell’ultimo Ottocento, è ben noto che Dvorak compose la nona e sua ultima sinfonia durante gli anni americani (1892-1895) quando soggiornò a Nuova York per dirigere il conservatorio, dove si occupò intensamente di canto indiano e negro. Indiscutibile l’influenza dell’ambiente americano e della musica popolare locale pur rimanendo un lavoro nutrito di una tradizione musicale schiettamente europea.
Pagliani e Grubert
Pagliani è stato lo storico primo violino del Quartetto Italiano, il Konzermeister del teatro alla Scala di Milano e della stessa Orchestra Filarmonica dal 1990 al 2000; ha calcato come solista e camerista i più importanti palcoscenici del mondo. All’attività concertistica affianca con passione quella didattica collaborando con vari Conservatori e Accademie italiane. Ricordiamo che Ilya Grubert nel 1975 vinse il primo premio al concorso Sibelius di Helsinki e nel 1978 il prestigioso primo premio al concorso Paganini di Genova e Ciaikovskij di Mosca. Suona un violino Guarnieri del 1740 che appartenne a Wieniawski. Di non poca entità, ed è utile rilevarlo, lo sforzo dell’istituzione del Conservatorio cesenate, non solo dal punto di vista musicale, ma anche organizzativo ed economico.

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