Cesena, dopo il calcio d'agosto, ecco 3 gol da 6 tiri in porta

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Cosa hanno detto le prime tre giornate? Che il calcio d’agosto non è solo bugiardo, è una carogna. L’inizio del campionato racconta la storia di 4 punti in 3 partite e di una sensazione di insicurezza tra i pali che nessuno immaginava. Un problema che il Cesena si è costruito da solo, caricando un peso innaturale sulle spalle di un futuribile portiere figlio del presidente, inserito in una squadra che vuole vincere subito.

Calcolo spannometrico. Il Cesena ha incassato 3 gol da 6 tiri in porta. Nel dettaglio: 3 tiri con la Carrarese, un tiro col Rimini, 2 tiri con la Torres. Un allenatore in questi casi risponde: “Buon segnale, vuol dire che concediamo poco”.  Però nelle stagioni che funzionano, il portiere deve darti dei punti, altrimenti non sono stagioni che funzionano. Viene in mente quando a suo tempo, trattammo tutti il povero Nicola Ravaglia come il ragazzino del vivaio che portava la rete dei palloni. Era la stagione 2008-2009, Ravaglia aveva 20 anni, era inesperto ma non allo sbaraglio, visto che aveva già sulla schiena 33 formative presenze nel Poggibonsi. In quella stagione sospesa tra i gol di Motta e i dibattiti infiniti su Bonura (quando li fai con Bisoli, ogni dibattito non ha via d’uscita), Ravaglia alla fine il suo lo fece, nonostante una diffidenza profonda che lo accompagnava ogni santa domenica. Incassò 21 gol, una miseria, incurante degli sbuffi di impazienza che provenivano da dentro e da fuori. A volte uno si sente incompleto quando è semplicemente giovane, scriveva Italo Calvino. Ecco, Ravaglia era giovane, mentre per Lewis tutto questo è troppo per l’inizio del suo percorso.

I 4 punti in tre partite sono la cosa migliore di un balbettante inizio di stagione. Sono arrivati tre risultati giusti, il resto sono alibi. Con la Carrarese il Cesena ha perso con merito: ha preso due gol validi ed evitabili e non ha saputo rimediare. A Rimini ha vinto con altrettanto merito, dall’inizio alla fine, contro la Torres l’ha tirata su di carattere a un metro dalla sconfitta.  Stupisce magari l’assenza di turnover contro la Torres: la costante delle prime due uscite era stato il calo evidente degli ultimi 20 minuti, poi al primo infrasettimanale hanno giocato praticamente gli stessi. Risultato: lo spettacolo è stato modesto fin dall’inizio. Avere una rosa con tante alternative allora a cosa serve? Magari inizieremo a scoprirlo a Fermo, uno dei viaggi-simbolo di un campionato cattivo come le zanzare di settembre. Il campo giusto per darsi una regolata, perché quella vista contro la Torres è una squadra che vuole arrivare prima solo a parole.

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