Cesena, discarica chiusa da 34 anni: dilemma sulla bonifica

È chiusa da 34 anni, ma ancora non è ultimato il percorso di bonifica dell’ex discarica di Rio Eremo. Presto potrebbe però esserci una svolta, rimodulando il progetto di messa in sicurezza ambientale che risale al 2008 e che si è già concretizzato in numerosi interventi. Per chiudere il cerchio, sulla base di quanto era stato previsto, servirebbe ancora un investimento superiore a 3 milioni di euro. È la spesa stimata per creare una rete di captazione del biogas e realizzare quello che con termini tecnici si chiama “capping” dell’area, in pratica in rivestimento con impermeabilizzazione della superficie, e dotarsi di un impianto di fitodepurazione. Però i dati rassicuranti raccolti finora sullo stato di salute ecologica del sito fanno pensare che potrebbe non essere indispensabile fare opere così onerose.

I controlli sulla contaminazione

Nel dicembre 2020 – fa sapere l’assessora alla Sostenibilità ambientale Francesca Lucchi – sono stati effettuati gli ultimi controlli sulla qualità delle acque sotterranee e sul biogas. I risultati indicano che si è arrivati a uno stadio finale del processo di biodegradazione dei rifiuti. Per quel che riguarda le acque sotterranee, è stato appurato che non ci sono contaminazioni all’esterno del sito. Anche dai monitoraggi delle acque del torrente Cesuola effettuati nel corso degli anni risulta che non ci sarebbero criticità a livello di inquinamento.

Un lunghissimo percorso

Una volta terminato il suo utilizzo, per la discarica a Rio Eremo, che entrò in funzione nel 1960 e ha ricevuto conferimenti di rifiuti fino al 1989 (successivamente fu rimpiazzata dalla Busca, a Tessello, usata dal 1999 al 2012), era stato messo a punto un progetto di messa in sicurezza permanente, ai sensi di un Decreto ministeriale del 1999, che era stato poi superato da norme del 2006, al fine di isolare in modo definitivo i potenziali inquinanti prodotti dai rifiuti, a cominciare dal percolato, una sorta di “succo dell’immondizia” molto nocivo. Il progetto fu approvato dalla Provincia nel 2008. Diversi degli interventi in programma sono stati realizzati, in particolare fra il 2008 e il 2011.

Il futuro

Sulla base dei monitoraggi costanti eseguiti, che non destano preoccupazioni, il Comune e l’agenzia Arpae sembrano orientati ad aggiornare il piano di bonifica messo a punto 15 anni fa. Anche perché nel frattempo le tecnologie sono avanzate e si possono studiare soluzioni tecniche differenti rispetto a quelle ipotizzate inizialmente. Da quest’anno la palla è però in mano anche a Hera, a cui è stata affidata la gestione della ex discarica, come previsto dal contratto di servizio sulla gestione del ciclo dei rifiuti. Toccherà dunque alla società multiutility proseguire le attività di monitoraggio e supportare il Comune nella revisione del progetto di messa in sicurezza, che dovrà essere approvato da Arpae. A ogni modo – spiega l’assessora Francesca Lucchi – «nel breve-medio periodo è da escludere un uso diverso dell’area. È infatti necessario attendere diversi anni, e solo col nuovo progetto si capirà quanti, prima di poter pensare ad una riqualificazione della ex discarica. Non è perciò possibile puntare a progetti da realizzarsi nell’arco temporale del Pnrr, andando a caccia di fondi per un eventuale intervento di quel genere. E comunque, come avviene quasi sempre nelle discariche dismesse, l’impatto ambientale è talmente forte che, anche una volta ultimata la bonifica, restano aree inutilizzate».

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