Cesena, dehors in centro storico, il pressing di bar e ristoranti

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Oggi è in programma un incontro tra il Comune di Cesena, con il suo assessore allo sviluppo economico Luca Ferrini, e la Soprintendenza sul nuovo abaco dei dehors dei pubblici esercizi che dovrebbe entrare in vigore da gennaio. A svelarlo sono le associazioni di categoria dei pubblici esercizi di Confcommercio che continuano il pressing sulla soluzione da adottare. Anche perché si tratterebbe di uno degli ultimi incontri prima di definire le regole.

Le richieste

«Chiediamo uno sforzo all’amministrazione comunale - affermano i presidenti di Fipe Confcommercio baristi Vincenzo Lucchi e ristoratori Angelo Malossi - un’opera mediatrice ancora più tenace nei confronti della Soprintendenza per rendere le norme sostenibili dai pubblici esercizi in una rinnovata fase di emergenza economica dopo quella della pandemia, determinata da un aggravio complesso dei costi energetici, delle materie prime e in generale di gestione d’imprese. Non vanno pretesi dalle imprese interventi di sostituzione o di adeguamento troppo onerosi e inoltre ci permettiamo di dissentire rispetto al criterio che pare essere dominante nel nuovo abaco della omologazione, con un modello rigidamente uniforme» dal punto di vista estetico. «La pluralità delle scelte progettuali nei dehors - è il parere della Fipe - è un valore anche estetico importante». Una rigida uniformazione porterebbe «all’integralismo», «prodotto di un dirigismo esagerato».

Le pedane

Critiche anche al divieto di pedane per gli esercizi del centro storico senza consentire che vengano sostituite. Così si toglierebbe «una parte del lavoro ai pubblici esercizi, costringendoli a licenziare personale, limitare fatturato e attività e addirittura a mettere a repentaglio la sopravvivenza della propria attività». Inoltre «le attuali pedane dehors del centro storico sono state il frutto di investimenti orientati a scelte di qualità. Le imprese sono pronte a uniformarsi a regole dell’abaco che siano equilibrate e di buon senso per aumentare il decoro, ma farebbero fatica ad accogliere diktat omologanti».

Patrignani

Interviene anche il presidente di Confcommercio cesenate Augusto Patrignani che allarga il discorso sul decoro del centro storico «dove sono state anche impiantate delle trappole per ratti in prossimità di alcuni cestini dei rifiuti; la pulizia non è sempre irreprensibile; il maggior decoro di porticati e gallerie potrebbe essere favorito se l’amministrazione sostenesse i privati nell’opera di riqualificazione. E per l’arredo urbano gli interventi condotti non sono sempre stati collegati da un filo logico unitario». Servirebbe quindi «un piano integrato di lotta al degrado del centro». Infine ricorda che i pubblici esercizi «danno molto alla città: aumentano la sua attrattività e la sua reputazione; costituiscono il polo attratto verso l’esterno; fungono da biglietti da visita». Si ricorda che all’amministrazione comunale «spetta la scelta politica e, in ultima istanza, la paternità dell’abaco».

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