Cesena, da Cucine Popolari 500 pasti al giorno per gli alluvionati

Vittime dell’alluvione ma anche protagoniste della ripartenza e della gestione dell’emergenza: prosegue l’impegno delle Cucine popolari a cui è stata affidata, dallo scorso 31 maggio, la preparazione dei pasti per le famiglie alluvionate.

«Giovedì abbiamo fatto di nuovo il punto con l’amministrazione comunale», racconta Elena Baredi, tra le fondatrici delle Cucine popolari. L’incontro aveva l’obiettivo di aggiornare il piano di azione e definire i confini di un impegno che fin qui è stato senza sosta. «Fino alla fine di questa settimana proseguiamo così», spiega Baredi. Attualmente i volontari delle Cucine, che rimasti orfani della loro sede in via Machiavelli finita completamente sott’acqua hanno trovato ospitalità al circolo Hobby Terza Età dell’Ippodromo in via Gramsci, dove hanno preparato circa 500 pasti al giorno tra pranzo e cena, 7 giorni su 7. «Dal 12 al 18 giugno continueremo a preparare i pranzi e contestualmente consegneremo anche qualcosa per la cena». Al termine di quella settimana è previsto un nuovo incontro con l’amministrazione per fare il punto, vedere quanti pasti saranno ancora necessari. «Continueremo ad aiutare chi ha ancora bisogno, ma le modalità le definiremo in base alle esigenze».

Quando il testimone della preparazione dei pasti per le famiglie alluvionate è passato a loro, la prospettiva era di una diminuzione graduale dei pasti che sarebbe stato necessario preparare e un calo, seppure contenuto c’è stato: «Adesso siamo sui 400-430 pasti al giorno», ad ogni pranzo e ogni cena i volontari preparano pasti che comprendono primo, secondo, verdura, acqua e frutta, che vengono poi consegnati a casa: «Ricevere il pasto a casa è come ricevere una carezza, è un gesto di cura e io lo so per esperienza personale (anche Baredi è tra le famiglie colpite dall’alluvione, ndr). So bene quanto sia prezioso mentre si è impegnati a pulire la propria casa dal fango, non doversi fermare per andare a fare la spesa o preparare da mangiare. Adesso però l’appello che stiamo rivolgendo alle famiglie che ne hanno la possibilità è di venire a prendere i pasti qua in via Gramsci». La gestione delle consegne è infatti un ulteriore impegno da gestire: «Abbiamo una trentina di volontari in cucina ogni giorno e una decina di driver per le consegne». «Il Comune – prosegue Baredi – ci è sempre stato vicino e in questa fase».

«Tutta la città si è mobilitata. Ad esempio Orogel ci ha regalato tre freezer, tramite il cuoco del Cesena Calcio abbiamo ricevuto derrate alimentari dalle aziende con cui collaborano, anche la Croce Rossa ci ha fatto avere pasti».

Nel frattempo prosegue la campagna di raccolta fondi per consentire alle Cucine popolari di ripartire: «Stiamo ricevendo tante donazioni. Non solo la città ci ha fatto sentire da subito la sua vicinanza, ma stiamo ricevendo donazioni anche da fuori regione, da aziende, attività, persone che magari hanno conosciuto solo ora il nostro progetto. C’è un bar in Toscana ad esempio, il Gizziello Caffè, che ha deciso di donare a noi l’incasso di una giornata di lavoro, o la Spontex, azienda di Pogliano Milanese che ci ha regalato materiale per la pulizia. È davvero commovente la solidarietà che stiamo ricevendo».

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