Cesena, Cucine popolari: ecco la squadra della solidarietà

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La giornata del debutto alle Cucine popolari ha avuto inizio ieri alle 9. Ma in realtà sono giorni che in quello che era un ristorante self-service all’interno del residence Don Baronio, lungo via Mulini, si lavorava alacremente per pulire e mettere in ordine la sala.

I tavoli vengono apparecchiati di tutto punto, con le stoviglie arrivate da tutta la regione. In sala a servire ci sono ex insegnanti in pensione, come le instancabili Catia e Rita, ex bancari come Stefano, e poi ci sono Roberto, che si è presentato armato di vernice bianca per coprire due macchioline sul muro che aveva notato il giorno prima; Francesca, che ha coinvolto pure il figlio Marco Bertozzi, chef di professione, attualmente in forza alla “Collina dei Magari”, che per l’occasione ha guidato la brigata di cucina insieme a Lorenzo Zanarini.

«Questo progetto - spiega Francesca - mette al centro un insegnamento che ho ricevuto dai miei genitori e che spero di essere riuscita a trasmettere con la stessa intensità anche a mio figlio: l’importanza della ritualità del pranzo come occasione per stare insieme»

Zanarini, ex direttore della Cils, ha coinvolto il gruppo “Social & Food Experience”, con cui supporterà l’associazione soprattutto nella gestione della dispensa, perché nulla vada sprecato e tutto venga ottimizzato.

Enzo Capelletti, ex vicepreside all’Istituto tecnico “Serra”, fresco di pensione, e Paola Farneti, assistente sociale in pensione e ceramista, sono presidente e vicepresidente dell’associazione: a loro è affidata la supervisione, l’accoglienza degli ospiti e, soprattutto per il presidente, le interviste. «Io sono un operativo, non sono portato per queste cose», ride dopo aver scoperto che l’intervista che ha appena fatto è per il Tg3, per poi aggiungere «sono andato bene?».

In cucina c’è anche Guido Sarti, ginecologo ormai prossimo alla pensione, che mentre si dà da fare tra coltelli e pentole commenta: «Qua c'è un clima da festa del liceo, è bellissimo». Intanto Amanda si prepara a lavare le pentole. A coinvolgerla è stata Paola, la vicepresidente: «Mi ha detto “ma cosa ci stai a fare a casa?”. Sono una ex infermiera, nonna di 5 nipoti, non potevo non partecipare a questo progetto, in effetti».

Manuela, ex dipendente pubblica e fresca di pensione, fa parte del nucleo “della prima ora”: «Io ci sono sin da quel primo incontro nel gazebo di Elena Baredi». Dopo tanti mesi, mentre guarda la sala che si riempie di persone, commenta emozionata: «Mi tremano le ginocchia, non avrei mai pensato di emozionarmi così».

La storia di come Rossana si è avvicinata alle Cucine popolari, «è bellissima», assicura lei stessa: «Qualche tempo fa ho avuto l’opportunità di conoscere il mio mito, Mariangela Gualtieri. Quando mi ha chiesto cosa facessi, le ho raccontato che ero orfana, ero una volontaria Avo, ma la pandemia ha fermato tutto da due anni. È stata lei a suggerirmi le Cucine popolari: a me e a mio marito è bastato partecipare a una prima riunione per innamorarci del progetto». gio.can.

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