Cesena, Covid e fragili: “La sanità ha bisogno della politica”

Dall’analisi dell’impatto che il Covid ha avuto sulla presa in carico delle fragilità alla constatazione che è sul sistema sanitario nazionale e nei suoi valori fondanti che la politica deve tornare a scommettere. Questo il percorso in cui ieri pomeriggio dalla sala Lignea della Biblioteca Malatestiana hanno accompagnato il loro pubblico Fosco Foglietta, coautore del libro “Covid e Fragilità”, Giovanni Bissoni e Luciano Natali, in un confronto moderato da Giuseppe Zuccatelli.

La ricerca

Quella che dà il titolo al libro è una ricerca che ha coinvolto nove regioni, dal sud al nord del paese, e quattro ambiti di intervento sulle fragilità: l’assistenza ospedaliera (anche nella sua integrazione con i servizi territoriali); le assistenze domiciliari; le Rsa e le residenzialità sociosanitarie; i processi di integrazione sociosanitaria e di continuità assistenziale.

Abbandono e disorientamento

Nonostante le diversità, regionali e di ambito, le criticità emerse, «erano sovrapponibili. Dalle interviste con i professionisti – ha spiegato Foglietta – emerge in modo trasversale il senso di abbandono, il disorientamento per le riorganizzazioni imposte dalla pandemia e la denuncia di uno scollamento tra le varie componenti del sistema sanitario».

Ripartire dal territorio

«Dopo il Covid, il messaggio che bisognava riattivare il territorio, è passato», è intervenuto Natali, ed è a quel messaggio che va data risposta. Ma la risposta fin qui è insufficiente: «Il Pnrr stanzia risorse che sono importanti, ma ci si deve porre il problema di come garantire la reale sostenibilità delle strutture che nasceranno», ha aggiunto.

Un sistema da rilanciare

«La pandemia non ha creato nulla» è il monito di Bissoni, che condividendo l’analisi e le proposte della ricerca di Foglietta, parte nella sua disamina da un provocatorio e amaro : «nulla di nuovo», per spostare la sfida sul piano politico: «Veniamo da anni di disattenzione politica che non riesco a capire». Tra sfide a cui dare risposta quella delle risorse, ne servono di più e vanno spese meglio, va risolto «l’imbuto formativo» e vanno valorizzati nel contratto e nello stipendio medici e professionisti della sanità. Ne fa una questione di giustizia sociale, Bissoni, chiamando in causa la sinistra. Intercetta l’assist Zuccatelli: «Il sistema nazionale sanitario è un patrimonio culturale enorme, è da lì che dobbiamo ripartire».

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