Cesena: condanna sospesa al marito violento solo se si cura

Cesena

Ha sottoposto a tre anni di vessazioni e botte l’ormai ex moglie. È stato condannato. Per ottenere la sospensione della pena, computata in due anni di reclusione, dovrà obbligatoriamente sottoporsi a cure di carattere psicologico. Senza le quali finirà in cella.

È la sentenza letta ieri dal collegio del presidente Monica Galassi (con giudici a latere Alice Fiocchi e Nunzia Castellano) a carico di un 30enne che vive in un comune del comprensorio cesenate e del quale continuiamo a non riportare le generalità per non esplicitare intrinsecamente anche chi sia stata la vittima dei suoi soprusi.

L’uomo era accusato anche di aver stuprato la ex compagna, violentandola in un rapporto avvenuto senza il suo consenso. Ma per questa accusa è stato assolto.

Il 30enne in questione era stato arrestato lo scorso marzo con a carico accuse lanciate dalla compagna che fino ad inizio anno era anche convivente mentre ora è tornata a vivere in un’altra regione d’Italia: quella da cui proviene la sua famiglia d’origine. Le accuse erano aggravate dal fatto di aver avuto una lunga durata nel tempo (tre anni di maltrattamenti in famiglia di varia natura) e dall’essere state consumate anche di fronte al figlio minore della coppia.

Ieri in aula l’uomo, difeso dall’avvocato Emanuela Pagliarani, ha ascoltato la sentenza dopo che la Procura per lui aveva chiesto una pena di 6 anni e 9 mesi di reclusione che contemplava anche lo stupro. Durante la discussione della causa anche le parti civili (avvocato Filippo Poggi e Francesca Silvestroni) avevano escluso che l’uomo si fosse macchiato di violenza sessuale. Unendosi alle conclusioni in tal senso della difesa nell’escludere questo tipo di reato.

Restavano invece percosse e vessazioni continue tra le mura domestiche. I parenti della donna dovevano ogni tanto “portarla via da quella casa” e farla rifugiare in un’altra regione, quando le cose tra i due a cadenza regolare “volgevano al peggio”. Alla fine la condanna è stata computata in 2 anni di reclusione e 48.000 euro da liquidare come provvisionale alla parte civile. La pena detentiva è sospesa solo a patto che l’accusato (nel frattempo tornato in libertà dopo una lunga carcerazione preventiva) si sottoponga a terapie psicologiche che lo guariscano dall’aggressività in generale e nei confronti della sua ex in particolare.

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