Per gli investigatori che gli hanno stretto le manette ai polsi era arrivato a Cesena con un unico scopo: quello di spacciare cocaina, unica attività alla quale pare dedicarsi per sbarcare il lunario visto che non ha da molto tempo una occupazione fissa.
Monitorando alcune zone di spaccio lo hanno visto agire e lo hanno bloccato: facendo irruzione nella camera d’albergo che aveva noleggiato e trovandogli una discreta scorta di stupefacente.
Le manette si sono strette sabato scorso ai polsi di A.C., 25 anni, ufficialmente residente nelle Marche ma che negli ultimi tempi soggiornava all’Hotel Savio in via IV Novembre, come un normale “cliente di passaggio in città”.
I carabinieri di Cesena lo hanno notato stazionare in una zona di spaccio proprio mentre stavano facendo un servizio mirato al contrasto di smercio e consumo degli stupefacenti. A ridosso dell’area esterna di un bar molto frequentato che si trova non lontano dal ponte nuovo, veniva avvicinato da alcuni cesenati noti agli investigatori come consumatori di cocaina.
Quando i militari hanno notato uno scambio veloce di “materiale e soldi” passare dalle mani di uno e degli altri, hanno deciso di intervenire.
Il giovane èstato bloccato, ed accompagnato nella camera d’albergo dove stava soggiornando da qualche giorno, a poca distanza dal punto in cui lo avevano fermato. Aveva, pronti per essere sporzionati e spacciati, una cinquantina di grammi di cocaina. Si è “giustificato” agli investigatori e con gli inquirenti (pm Federica Messina) spiegando di essere senza lavoro e di aver bisogno di spacciare per potersi mantenere. In realtà il sospetto delle forze dell’ordine è che debba mantenere soprattutto anche l’uso che quotidianamente farebbe della cocaina stessa anche lui. Nulla ha spiegato, però, sul perché avesse deciso di compiere questa attività di spaccio proprio a Cesena. Le giustificazioni addotte comunque non gli sono valse alleggerimenti della posizione durante la convalida dell’arresto (difeso dall’avvocato Alessandro Sintucci) avvenuta lunedì davanti al giudice Giorgio Di Giorgio. Il possesso di un quantitativo di droga simile, anche ad un incensurato come lui, può costare una pena dai 6 fino al 20 anni di reclusione. Per ora resterà in carcere almeno fino alla data del processo, che ancora deve essere fissata.