Cesena co-capoluogo di Provincia: «È arrivato il momento. Ce lo siamo meritati». È un appello all’unità che rivolge a forze sociali e alle forze politiche quello che ha rivolto il sindaco Enzo Lattuca intervenendo in Consiglio comunale. L’appello, arrivato a margine della presentazione della presentazione del Dup, il documento unico di programmazione, per il triennio 2024-2026, l’ultimo del suo mandato.
Un appello che arriva ora perché quella che si è aperta con la discussione nella Commissione parlamentare Affari costituzionali della riforma Calderoli sulle Province è una opportunità da cogliere. Sebbene la Provincia dal 1992 porta il nome di Cesena accanto a quello di Forlì, il riconoscimento di co-capoluogo per Cesena non è mai arrivato. «Può sembrare una questione solo di status, ma in realtà è molto più di questo».
Il mancato riconoscimento dello status di città co-capoluogo ha infatti precluso a Cesena l’accesso ad alcune opportunità. Gli esempi più recenti vengono dal Pnrr: il primo bando nidi che venne pubblicato, i 10 milioni per la riqualificazione dell’area stazione che sarebbero potuti essere 20 se Cesena fosse stata considerata capoluogo, e ancora l’impossibilità di accedere al bando per il rinnovo del parco mezzi del trasporto pubblico.
Lattuca ne fa però anche una questione più profonda: «Il cambio di nome della Provincia fu il riconoscimento della storia di questa città della trasformazione di cui fu protagonista dal dopoguerra, senza lamentarsi, ma con la fatica del lavoro siamo usciti dalla povertà e da paese siamo diventati città. Il cambio di nome del 1992 fotografa questa parabola». Una crescita che non si è arrestata ma anzi si è consolidata. Anche nell’esperienza dell’alluvione abbiamo dimostrato la capacità di questa parte di territorio».
La riforma Calderoli prevede anche il ridisegno delle competenze delle Province che torneranno ad essere elettive. «È stato presentato un emendamento alla riforma in discussione in commissione che propone che laddove c’è una denominazione multipla, come nel caso di Forlì-Cesena, di Pesaro e Urbino, di Massa Carrara, della di Bari Andria e Trani, venga previsto di default lo status di co-capoluogo. Non chiediamo risorse aggiuntive, moltiplicazione degli uffici. È una proposta che non toglie niente a chi è già capoluogo». Se il sostegno auspicato ci sarà «basteranno pochi mesi per portarla fino in fondo». «Non vogliamo togliere niente a nessuno, vogliamo solo prenderci la dignità che ci meritiamo».