Cesena, centro sportivo: raccolta firme per non venderlo

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Tanti genitori di bambini e ragazzi che frequentano il centro sportivo a Ponte Abbadesse faranno sentire la loro voce con una raccolta firme per dire no alla sua vendita. Un’intenzione espressa dalla parrocchia, che ne è proprietaria e ha trovato un acquirente pronto a comprare per 135.000 euro tutto il complesso di via Falconara. Due sere fa, una riunione autoconvocata da alcune famiglie ha richiamato diverse decine di persone nella sala della sede del Quartiere Cesuola. E sarebbero state ancora di più se molte non fossero in vacanza in questo periodo di festa. «Amarezza, sconcerto e soprattutto preoccupazione dei genitori per il futuro dei loro figli» sono le parole con cui Luca Gori, uno degli organizzatori, descrive gli stati d’animo dei partecipanti. Il loro messaggio è forte e chiaro: «Il fulcro della questione è che ci sono 200 ragazzini che rischiano di perdere un punto di riferimento fondamentale, e molti di loro faticherebbero a spostarsi in altri centri sportivi, più distanti e a loro estranei». Perciò la speranza è che «alla fine prevalga la ragione e ci si venga incontro per trovare un accordo, mettendo al centro i bambini, che non vanno penalizzati da incomprensioni o interessi degli adulti».

La via d’uscita sperata

Tanti non nascondono la loro delusione per il fatto che la Curia non abbia detto più niente dopo lo scarno comunicato diffuso in risposta all’allarme lanciato dalla Nuova Virtus. I genitori sono convinti che la via giusta sia quella indicata dalla società sportiva, che avrebbe una solida sponda anche nell’amministrazione comunale. Auspicano dunque che si chiuda la partita nata del fallimento dell’impresa Aldini, che alla parrocchia è costato 90.000 euro, al termine di una battaglia legale col curatore fallimentare. Dopodiché pensano che l’idea di donare il centro sportivo al Comune sia la migliore, perché «così si lascerebbe alla comunità quello spazio prezioso, che si sposa anche bene col progetto “Cesena Sport City”». Marcello Foschi, presidente della Nuova Virtus, ha già assicurato che, con l’aiuto di un finanziatore, i 90.000 euro possono essere rapidamente rifusi alla parrocchia. E il sindaco Enzo Lattuca e l’assessore Christian Castorri hanno confermato la disponibilità del Comune a ricevere poi in donazione l’impianto, con la prospettiva di affidarne la gestione tramite bando, come si fa già con diverse strutture simili. I cittadini riunitisi a Ponte Abbadesse non capiscono quale sia l’ostacolo a una soluzione di questo tipo. C’è chi sospetta che forse la parrocchia ha già preso con l’imprenditore pronto a comprare impegni da cui non può svincolarsi. Ma anche a questo acquirente, che secondo alcune voci sarebbe uno del posto, viene rivolto un invito: «Chiunque sia, deve rendersi conto che farebbe un dispetto a tante persone che vivono qui. Speriamo che lo capisca e anche lui si metta una mano sulla coscienza».

«Un luogo fondamentale»

Tutti, a partire dal presidente del Quartiere Cesuola, Amleto Gazza, insistono sul fatto che il centro sportivo è un patrimonio importantissimo per l’intera comunità, non solo sotto il profilo sportivo ma dal punto di vista sociale. «È accessibile e comodo per una vasta zona di Cesena - osserva Gori - e tanti bambini lo raggiungono da soli in bicicletta, senza dovere dipendere dai genitori, che spesso avrebbero difficoltà ad accompagnarli in auto. È un luogo aperto sia di pomeriggio che di sera, col parco accessibile a tutti e messo a disposizione dell’intero quartiere, che ha organizzato tante belle feste congiuntamente alla polisportiva». A proposito della Polisportiva Ponte Abbadesse, antenata della Nuova Virtus fin dagli anni Settanta, è forte anche «il dispiacere per Elio Maraldi, che ha dato la propria vita per offrire quell’opportunità ai ragazzi» e il cui impegno è stato riconosciuto intitolandogli gli impianti di via Falconara. «C’è chi ha tre figli che fanno tutti sport lì - conclude Gori - e basta vedere le scene di amicizia e gioco all’aria aperta, che evitano che si chiudano in casa, incollati alla Play-Station, per capire quanto sia importante quell’esperienza». Per tutti questi motivi le famiglie sono decise a lanciare una petizione anti-vendita, con punti di raccolta firme presso il centro sportivo e alla Conad di Ponte Abbadesse.

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