Nuova Virtus Cesena, centro sportivo in vendita: si rischia una battaglia legale

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È ormai salita alle stelle la tensione tra la parrocchia proprietaria del Centro sportivo in via Falconara, che è decisa a venderlo a un imprenditore privato, e la Nuova Virtus, che lo gestisce dal 2016, sulla base di un comodato. A inasprire gli animi è stato un recente tentativo di accesso agli impianti fatto dal geometra Alberto Comandini, inviato sul posto dalla parrocchia. Il tecnico doveva eseguire «alcune perizie necessarie per l’alienazione», come riferito in un comunicato giunto ieri da San Giovanni Bono e riportato dal “Corriere”, ma non è stato fatto entrare. A quel punto, la proprietà ha inviato una lettera infuocata, sostenendo che quel comportamento sarebbe illegittimo e paventando azioni legali se la Nuova Virtus continuerà a ostacolare le operazioni necessarie per perfezionare la vendita. Ma l’avvocato Gabriele De Bellis, che assiste l’associazione sportiva, ha risposto con una lettera altrettanto dura in cui ha avvertito che rischierebbe invece guai penali chi si introducesse senza permesso all’interno del Centro sportivo. Una tesi supportata da una sentenza della Corte di Cassazione, che ha precisato che commette il delitto di violazione di domicilio il comodante che si introduce nell’immobile violando il diritto del comodatario di escludere estranei dal luogo che detiene legittimamente. E questo vale anche per i proprietari. De Bellis ha fatto notare che nel contratto sottoscritto sei anni fa con don Gino Amadori, quello che regola il rapporto tra la parrocchia di San Giovanni Bono e la Asd Nuova Virtus Cesena, non c’è alcuna clausola che consenta o imponga l’accesso all’immobile durante il periodo di detenzione dello stesso da parte di chi lo ha ricevuto. Un periodo molto lungo: ben 50 anni, sulla base di quanto fu messo nero su bianco una dozzina di anni fa in occasione dell’accordo fatto con la Virtus, a cui è poi subentrata la Nuova Virtus, alle stesse condizioni. Inoltre, lo stesso avvocato dell’associazione sportiva ha puntualizzato che il geometra non era in possesso di alcuna pezza che giustificasse la sua richiesta di accedere all’impianto. Successivamente è stato comunicato che lo aveva inviato don Fabrizio Ricci, che regge l’Osservanza, ma De Bellis ha obiettato che non era legittimato a farlo, in quanto il legale rappresentante della parrocchia di San Giovanni Bono è attualmente don Giordano Amati, parroco del duomo. Si è insomma nel bel mezzo di una battaglia a colpi di carteggi tra avvocati, che rischiano di culminare in uno scontro in tribunale. Per raffreddare gli animi, facendo il punto e provando a riallacciare un dialogo, la Nuova Virtus ha organizzato un’assemblea pubblica che si terrà lunedì prossimo, alle 20.30, presso la sede del Quartiere Cesuola, in via Ponte Abbadesse 451. La soluzione su cui insiste il sodalizio sportivo è quella su cui si era aperta una trattativa che fino a pochi mesi fa sembrava ben instradata: rifondere, per metà tramite un mutuo della Nuova Virtus e per l’altra metà con una raccolta fondi, i 90.000 euro che la parrocchia ha dovuto versare al curatore del fallimento dell’impresa Aldini (che aveva investito molto per migliorare le strutture sportive in via Falconara) e contestualmente donare tutto il complesso al Comune, con la prospettiva di una gestione da affidare attraverso un bando pubblico.

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