Cesena: c'è allarme per il rifiuto di massa di Astrazeneca

Cesena

Uno sforzo per fare capire che «un vaccino vale l’altro», nel senso che «tra i quattro in fase di somministrazione non ce n’è uno migliore dell’altro: tutti sono egualmente efficaci e tutti presentano remotissimi e accettabili rischi di scatenare reazioni avverse, come può accadere assumendo qualsiasi farmaco, a iniziare dalla comunissima aspirina». A sottolineare l’importanza di farlo comprendere alla cittadinanza è Giuseppe Zuccatelli, direttore dell’Ausl di Cesena dal 1994 al 2002, che fin da inizio gennaio e tutt’ora, a 77 anni quasi compiuti, è assiduamente impegnato come volontario al Centro vaccinale a Pievesestina. Ed è preoccupato da quanto sta vedendo, tanto che, a costo di essere brutale, lancia un avvertimento: «Entro settembre abbiamo assolutamente bisogno di coprire col vaccino la totalità o quasi delle persone sopra i 60 anni d’età. In gioco c’è la loro pelle, perché le varianti del Covid, che non saranno un problema per i giovani, rischiano invece di fare di nuovo una strage tra gli anziani. Per evitarlo c’è un unico modo: completare la vaccinazione di massa di quella categoria. Ma non ce la possiamo fare se ormai tutti gli ultrasessantenni rifiutano Astrazeneca, come sto vedendo da qualche settimana. Anzi, ultimamente, ci sono anche diverse persone che dicono no pure a Moderna. È insensato ed estremamente pericoloso, perché usando solo Pfizer, che non è affatto più sicuro degli altri, né offre maggiore protezione, non riusciremo mai a raggiungere il livello di copertura necessario».

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