Cesena, blitz per cacciare la 87enne dalla villa: i retroscena

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Viaggia su un doppio binario, giuridico e sociale, e ha subìto un’accelerazione in quanto si è ritenuto che tirasse un’aria pericolosa la dolorosa vicenda della 87enne che l’altro ieri è stata allontanata con la forza dalla villa con piscina dove viveva, a San Martino in Fiume. Polizia locale, forze dell’ordine, Servizi sociali del Comune e Ausl sono intervenuti dopo che quella bella dimora in via Palmieri è stata venduta attraverso un’asta fallimentare. L’azione, energica e con la mobilitazione di tante persone, molte delle quali in divisa, ha turbato anche una vicina di casa. Come riportato ieri dal “Corriere”, si è chiesta perché non si sia pazientato ancora un paio di settimane, visto che dopo Ferragosto sarebbe stata in grado di ospitare l’anziana.

Accelerazione per due guai

In effetti, fino a qualche settimana fa, si era orientati a spostare l’intervento al mese prossimo, dopo che era stato inizialmente previsto entro luglio. Ma poi si è fatto dietrofront. Da quanto trapela in mezzo a un grande riserbo, comprensibile vista la delicatezza della situazione, sono stati almeno due i motivi che hanno spinto ad accorciare i tempi. Da una parte, l’anziana che abitava lì aveva preso molto male, come è umanamente comprensibile, il fatto di doversene andare. Fino al punto di ventilare propositi suicidi e minacciare di appiccare il fuoco all’incendio. In secondo luogo, c’è stato un piccolo ma significativo episodio che ha fatto precipitare la situazione. La piscina all’interno della villa era interdetta all’uso, nel contesto dei provvedimenti presi da chi ha curato la procedura che ha portato al pignoramento dei beni e ne ha stabilito le modalità di custodia. Invece, la donna ha rotto il catenaccio, riferendo di averlo fatto perché doveva risolvere un problema con l’acqua nella vasca. L’accesso a uno spazio che era stato “sigillato” è però un problema non da poco sul piano della sicurezza: se infatti qualcuno si facesse male, si finirebbe in un vespaio di responsabilità. Tra l’altro, si sospettava che la 87enne volesse continuare a usare quella piscina come luogo di svago aperto a persone esterne, magari dietro compenso. Proprio durante l’intervento per fare lasciare l’abitazione pare che una donna con un bambino piccolo si sia presentata sul posto proprio per andare in piscina.

In cerca di soluzioni

Al di là di queste valutazioni sull’urgenza di liberare la villa, resta ineludibile per il Comune il compito di seguire l’evoluzione del caso, attraverso i suoi assistenti sociali. Innanzitutto, va individuata una nuova soluzione abitativa. Si era pensato a un inserimento temporaneo in una casa famiglia, ma la combattiva 87enne si è sempre opposta fermamente. Alla fine, pare che la prima nuova destinazione dell’anziana, dopo ore di tensione, sia stata una struttura sanitaria per effettuare una serie di accertamenti sulle sue condizioni di salute, anche alla luce del forte stress patito. In un futuro non lontano la disponibilità data dalla vicina di casa, appena avrà sbrigato alcune incombenze familiari a cui deve fare fronte in queste settimane, potrebbe essere preziosa per sbrogliare la matassa. E per fare recuperare un po’ di serenità alla donna che è stata costretta a lasciare la propria villa, tanto amata.

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