Cesena: blitz con lo spray: Comune, Asp e condominio parti civili

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Era la notte del 13 febbraio 2019 quando in pieno centro comparve un’infinità di imbrattamenti e di scritte con lo spray fatte da mani sul momento misteriose, identificate poi con l’ausilio di immagini registrate da telecamere. Fu presa di mira soprattutto la fontana al centro di piazza Amendola, ma furono presi di mira muri di diversi edifici in una mezza dozzina di vie. Ora per quel blitz sei persone sono finite davanti al giudice. Dopo il rinvio dell’udienza dello scorso giugno, a causa dello sciopero degli avvocati, ieri si è iniziati a entrare nel vivo del processo con la costituzione di parte civile fatta dal Comune di Cesena, ma non solo. Hanno deciso di partecipare attivamente al processo, in vista di un possibile risarcimento danni, anche altri due soggetti: l’Asp e i condomini del palazzo Belletti in via Manfredi. Al di là delle pene che potrebbero essere inflitte agli imputati (tutti ultratrentenni, residenti tra Cesena, Gambettola, Forlì e Lugo e difesi da avvocati di Bologna), è proprio la partita economica quella che alla fine rischia di essere più pesante per loro. Se fossero riconosciuti responsabili, scatterebbe infatti nei loro confronti la richiesta di risarcimento per avere rovinato proprietà altrui e con una sentenza di condanna non avrebbero praticamente alcun margine di manovra per sottrarsi. La prossima udienza è stata fissata per il 1° aprile 2022, quando verranno ascoltati testimoni indicati dal pubblico ministero.

Durante quella folle nottata invernale, peraltro nel pieno delle fasi iniziali della campagna elettorale per le amministrative, il vandalismo si concentrò in modo particolarmente evidente sulla fontana monumentale in marmo nella piazzetta di fianco al municipio. Ma i segni delle bombolette spray si estesero anche nella zona tra le vie Manfredi, Zeffirino Re, via Milani, via Righi e via Isei. Messaggi apparentemente razzisti (come «se sei negro non puoi bere» impresso sulla fontana di piazza Amendola, ma in realtà scritto con la volontà di stigmatizzare i pensieri dei razzisti e dei “nemici politici”), altri ostili a partiti e ideologie di destra e altri ancora semplicemente deliranti furono catalogati dai carabinieri che si occuparono delle indagini come atti riconducibili alla galassia “antagonista”. Per i presunti autori è giunta adesso l’ora di confrontarsi con la giustizia.

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