Cesena, bacio rubato a paziente 13enne: fisioterapista condannato

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La Settima Sezione della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati Antonella Monteleone e Marco Moretto.

È stata dunque confermata completamente la condanna che era già stata passata al vaglio dell’Appello di Bologna, ossia la stessa che era stata espressa in primo grado dai giudici di Forlì.

Un fisioterapista che ora ha 43 anni (ma che all’epoca dei fatti era under 40) è stato definitivamente condannato per “l’ipotesi lieve” del reato di violenza sessuale: ad una pena di un anno ed 8 mesi di reclusione (sospesa trattandosi fino ad ora di persona incensurata).

Come sempre avvenuto anche nel primo grado di giudizio, dell’imputato non possiamo riportare le generalità perché renderebbero facilmente identificabili anche quelle della sua vittima, che all’epoca dei fatti di anni ne aveva appena 13 e che nel frattempo è diventata maggiorenne.

Il primo processo, quando ancora la vittima era minore, si svolse a porte chiuse per la delicatezza degli argomenti affrontati e le dinamiche da ricostruire. L’uomo è stato prima denunciato e poi accusato di aver estorto un bacio alla giovanissima paziente. Fondamentali nella decisione dei giudici sia del primo grado che dell’Appello sono sempre state le testimonianze della parte civile (la giovane ed i suoi genitori, tutelati dall’avvocato Alessandro Sintucci). In particolare i giudici hanno sempre prestato massima attenzione ai ricordi di quella giornata della 13enne, ritenuta attendibile in quanto ha sempre dichiarato e ribadito.

Già quando sporse denuncia alle forze dell’ordine aveva raccontato di essersi recata dal fisioterapista per effettuare una laser terapia. Per guarire da una problematica di natura muscolare che la affliggeva da un po’ di tempo. Secondo la ricostruzione dell’accusa l’uomo (difeso dall’avvocato Antonella Monteleone) avrebbe allontanato dalla stanza del laser chi accompagnava la 13enne che quel giorno era sua madre. Mentre in situazioni precedenti quando la ragazzina era stata accompagnata dal padre, il genitore era stato munito di occhiali protettivi e tenuto nella stanza durante la terapia. Il laser può rischiare di causare problemi agli occhi a chi dovesse inavvertitamente incrociare il raggio con lo sguardo. Anche il paziente viene sempre dotato di un paio di occhiali scuri appositi, che impediscono qualsiasi problematica.

A denuncia venne raccontato come dopo che il fisioterapista aveva fornito alla giovane la copertura per la vista, l’uomo si sarebbe sbilanciato nei modi e nei termini.

«Chiudi gli occhi, ti faccio un regalo» la frase pronunciata. Prima di baciare la paziente 13enne sulle labbra.

Le trascrizioni protette della testimonianza della vittima sono il motivo della condanna di primo e secondo grado. Anche perché la tesi della difesa era (tramite perizie) che potessero non essere attendibili. All’epoca dei fatti la ragazzina raccontò l’accaduto al suo fidanzatino. Fu lui a spingerla e convincerla a spiegare l’accaduto ai genitori che di conseguenza presentarono denuncia. Il timore della difesa dell’uomo era che la sua testimonianza fosse stata in qualche maniera alterata nella memoria dallo stress e dalla responsabilità di quanto era stata convinta a far emergere pubblicamente. E la difesa del fisioterapista aveva sempre fatto leva sul fatto che nei box a fianco di quello dove avveniva la laser terapia con violenza sessuale, ci fossero altri trattamenti in corso ad altri pazienti; e che nessuno all’interno del centro (compresa la madre della vittima) si fosse accorto dell’accaduto.

Di certo quell’episodio ha segnato la giovanissima al punto da dover ricorrere a sedute specialistiche per lenire gli effetti da shock dell’abuso patito.

La Cassazione, respingendo il ricorso della difesa, ha intrinsecamente anche confermato la provvisionale di risarcimento da 20 mila euro (10.000 per la vittima e 5.000 a testa per i genitori). Su un ammontare complessivo di 200 mila euro che ora, in forza della condanna penale, verranno chiesti direttamente al giudice civile.

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