Cesena, Ayala contro la mafia: "Seguite sempre la legalità"

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L’ex magistrato Giuseppe Maria Ayala, da una vita difensore della legalità e con Cesena ancora nel cuore da quando era stato eletto parlamentare in questo collegio nel 1994, ieri mattina ha incontrato numerosi ragazzi del liceo scientifico Righi nell’aula magna di Psicologia, raccontando cosa sia la mafia e le diverse vicende personali vissute.

«La mafia è una squadra di calcio con maglie truccate con l'intento di accrescere il proprio potere e i propri profitti. A loro fa più male la confisca dei beni che finire dietro le sbarre. Le prime indagini antimafia sono state portate avanti da Franchetti e Sonnino (due politici italiani) già nel 1876. È a tutti gli effetti un'organizzazione criminale che decise di sfidare lo stato sul piano militare, uccidendo già nei primi anni 80 circa trecento persone all'anno, tra cui anche il Presidente regionale della Sicilia Piersanti Mattarella. Ricordo nel 1993 anche un attentato fallito allo Stadio Olimpico di Roma quando, grazie a delle antenne radio poste sui colli vicini, il segnale del telecomando venne interferito, evitando una strage. Fortunatamente da trent'anni la mafia ha rallentato gli omicidi in quanto si sono accorti che il loro piano strategico non stava fruttando. I colpi da parte dello Stato sono arrivati e in questo momento la mafia è “in corsia per accertamenti”, non è sicuramente più in salute. Siamo tutti insieme in un percorso che apre alla speranza».

L'ex magistratosottolinea un altro problema: l'illegalità diffusa. «Oltre alla mafia bisogna parlare anche del tema dell'illegalità. Gli organi addetti hanno calcolato una cifra come 100 miliardi di euro l'anno per l'evasione fiscale, mentre per la corruzione e i gruppi mafiosi circa 50 miliardi di euro. Un grossissimo peso per lo Stato».

Non poteva di certo mancare un omaggio ai suoi due colleghi e amici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: «Ho passato moltissimo tempo insieme a loro, non solo all'interno dell'ambito lavorativo. Conoscevo benissimo le loro famiglie e gli uomini e donne della loro scorta. Ricordo benissimo quando Falcone mi nominò pubblico ministero, tutti rimasero sconcertati, compreso me stesso che ero lì da poco e privo di esperienza. La personalità e la serietà di questi due uomini non si può di certo discutere. A me non me li hanno ammazzati, sono ancora qui con me ogni giorno».

È stato trattato anche il tema dell'omertà e di qualche rapporto tra partiti e mafia: «La posizione dello Stato nei confronti della mafia è indiscutibile e continua tuttora a battersi contro questa forma di criminalità. Non possiamo nascondere che ci siano stati in passato rapporti con qualche schieramento politico, ma la giustizia poi ha fatto il suo corso. Chi era giusto che pagasse è finito dietro le sbarre. L'omertà è un problema che persiste perché la gente comune ha paura e la subisce. Mi dispiace da siciliano sentire troppo spesso la gente generalizzare definendo i siciliani dei mafiosi».

Il giudice Ayala ha voluto concludere l'incontro rivolgendosi ai ragazzi e omaggiando Cesena. «Siete giovani, non smettete mai di seguire la legalità, fatevela vostra. Il rispetto delle regole è fondamentale a tutti i livelli. Un giorno mi auguro che tra voi ci sia qualcuno che dirigerà a livelli importanti ed è fondamentale farlo nel rispetto delle regole perché voi sarete i protagonisti di un paese migliore. Arriverà il giorno che la mafia verrà definitivamente sconfitta, ma sono sicuro che non sarò più vivo vista l'età che corre. Ci vorranno ancora tanti anni per sconfiggere questa organizzazione criminale, la recente cattura di Matteo Messina Denaro è stato un grande passo avanti per lo Stato, ma non una vittoria definitiva, la mafia non è ancora stata sconfitta. Voglio ringraziare voi cesenati per l'accoglienza, questa città me la porto per sempre nel cuore. Sono stato eletto nel 1994 deputato del centro sinistra del collegio di Cesena, una città che non conoscevo ma che mi avete fatto amare».

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