Cesena, aumenta la sfiducia ma le imprese provano a reagire

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È un appuntamento ormai consolidato quello con l’indagine di Confesercenti cesenate sull’andamento dell’economia in città. Quello che emerge è un territorio capace di reagire alle crisi meglio che in altre parte di d’Italia, ma che non è immune dalle crescenti tensioni del contesto economico nazionale e internazionale. Aumento delle materie prime e dei costi energetici pesano e preoccupano e il 2022 che era cominciato come l’anno della “forte ripresa”, nella sua seconda metà lascia sempre più spazio a paure e incertezze: la guerra in Ucraina ha tradito la speranza di potersi lasciare alle spalle le difficoltà della pandemia, e i rincari energetici sono tali da lasciare una sensazione di impotenza e di grave incertezza per il futuro

Il contesto internazionale

È Angelo Spanò a illustrare i dati di quest’anno e lo fa partendo da quelli di contesto: nel 2020 l’Italia aveva perso il 9% di Pil, nel 2021 ha recuperato il 6,6%, a luglio di quest’anno era a +3,2%. Torna a crescere l’inflazione, «con l’euro ci eravamo disabituati, ma le stime a luglio variano tra il 6 e il 7% di inflazione», riferisce Spanò. Aiuta ad inquadrare il contesto anche l’andamento del prezzo dell’energia elettrica dai 60 euro a MWh di gennaio 2021, 441 di luglio saliti a 530 euro ad agosto, dove si è registrato il picco giornaliero di 800 euro al MWh. Non va meglio con il gas, passato da 0,17 euro al metro cubo, a 1,18 euro a luglio, raggiungendo ad al agosto anche i 3 euro al metro cubo.

Più paure e meno fiducia

In questo contesto gli imprenditori manifestare preoccupazione e minore fiducia nel futuro. Su un campione di 200 associati il 52% risponde che è la guerra in Ucraina a preoccupare di più, il 36% teme le conseguenze della crisi politica, solo il 10% indica invece la pandemia. La maggior parte di chi risponde (il 47%) non si aspetta un miglioramento della situazione e anche i più ottimisti (23%) pensano per lo più che quel miglioramento arriverà nel lungo periodo. Gli imprenditori rispetto a un anno fa si sentono infatti per lo più (69%) meno fiduciosi nella ripresa economica del territorio, questo nonostante al contesto Cesenate venga riconosciuta la capacità di aver fatto fronte alla crisi pandemica meglio che in alte zone (48%) o come a livello nazionale (45%)

La voglia di reagire

Dalle risposte però emerge anche la voglie di reagire degli imprenditori: quasi il 90% risponde infatti di aver modificato il proprio modo di fare impresa per fare fronte a questi eventi (26% molto; 62% abbastanza). Tra le azioni messe in campo per affrontare presente e futuro il 24% indica l’assorbimento dei maggiori costi attraverso la riduzione dei margini di profitto, il 46% l’attivazione di nuovi prodotti, nuovi mercati e nuovi canali. Aumento del costo delle materie prime e del costo dell’energia sono i due elementi che secondo i soci intervistati da Confesercenti incideranno di più sulle loro imprese. Preoccupa l’inflazione, ma secondo Spanò, «ancora c’è una minore consapevolezza su questo tema e sull’impatto che avrà».

Gli ambiti su cui agire

La riduzione delle tasse nazionali e della burocrazia sono gli ambiti su cui dovrebbe, secondo i soci Confesercenti, intervenire in modo prioritario lo Stato. Tra i problemi più sentiti continua ad esserci il reperimento della manodopera: «Era così anche nel 2021 - fa notare Spanò, che aggiunge -, questo ci fa capire che contrariamente a quel che si credeva in un primo momento, non si tratta di un problema di disallineamento tra domanda e offerta ma di un problema strutturale»

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