Cesena, approvato il progetto di palazzo Oir ma è scontro in aula

Archivio

Dopo il passaggio in commissione la delibera che conclude il percorso preliminare all’affidamento dei lavori e quindi all’avvio concreto dei lavori per la realizzazione della pinacoteca comunale a Palazzo Oir è stata approvata martedì in Consiglio comunale. Una approvazione avvenuta a maggioranza: hanno espresso voto favorevole Pd e Cesena 2024, hanno votato contro Lega, Cambiamo e M5s, astensione per Cesena Siamo Noi.

Ma più che sul merito della delibera, che riguardava l’approvazione del progetto definitivo, l’apposizione del vincolo di pubblico interesse e l’esproprio del locale al civico numero 10 che ospiterà la biglietteria e l’ascensore che renderà accessibile a tutti la pinacoteca, lo scontro è stato tra visioni contrapposte delle politiche culturali della città, uno scontro proseguito anche il giorno dopo a colpi di comunicati stampa.

Le critiche delle opposizioni

Denis Parise, capogruppo di Cesena siamo noi, ha espresso i suoi dubbi rispetto ad un progetto costruito prevalentemente attorno a una collezione di dipinti che appartiene a Credit Agricole: «A che titolo ci vengono i quadri?», ha chiesto. Soprattutto Parise denuncia la mancanza di un dibattito culturale aperto alla città che avrebbe dovuto fare da premessa al progetto. Antonella Celletti, capogruppo della Lega, ha parlato di «notevole esborso da quasi 7 milioni» per collocare «solo una parte del patrimonio pittorico della città». Secondo la Lega palazzo Oir è troppo piccolo, «non risponde alle esigenze della città di dare contezza del proprio patrimonio». La Lega contesta la scala antincendio, su contrada Dandini da progetto, temendo si ripeta «l’errore fatto con quella della Malatestiana, oscena». Ma soprattutto al progetto della pinacoteca oppone quello del Museo della città a Sant’Agostino: «era meglio spendere in un unico grande contenitore culturale». Sulla stessa linea anche Luigi Di Placido di Cambiamo che arriva a definire i soldi spesi per la pinacoteca («nella nostra visione un ripiego») una «occasione persa».

La replica del sindaco

«Ma quale occasione persa!», ha replicato il sindaco Enzo Lattuca, «Questa è un’occasione costruita da zero. È grazie a questa amministrazione e a quella precedente che Cesena avrà la più grande pinacoteca che abbia mai avuto». Lattuca ricostruisce i passaggi: il palazzo che prima non c’era e che è stato donato dalla Fondazione alla città, i contratti con la banca che ha concesso la sua collezione, collezione che, ha ricordato rispondendo in particolare a Parise, «non può lasciare la città perché vincolata dalla Soprintendenza». «Grazie a questo progetto rendiamo accessibili quadri fino ad ora conservati in un luogo difficilmente accessibile». Senza dimenticare i due finanziamenti ottenuti dal Ministero «senza bando, ma in forza della riconosciuta qualità del progetto». La scala antincendio, aggiunge, «è stata progettata nell’unico luogo possibile». Poi l’affondo: «Il museo della città non è mai stato il progetto di questa Giunta, io al museo zibaldone non credo. Anzi mi stupisce che la grande visione alternativa di questa opposizione attinga a progetti di 13 anni fa di giunte di centrosinistra».

Lo scontro delle note stampa

«Siamo convinti - afferma il giorno dopo in una nota stampa il gruppo Pd Cesena - che questa sia una rivoluzione in ambito culturale cittadino. Siamo riusciti a costruire un’opportunità che non c’era. Alle destre questo da fastidio». «Mentre il Pd ha solo granitiche certezze - replica in giornata la Lega -, è da tempo che la avanziamo più di un dubbio su un progetto che costa circa 7 milioni di euro». Quanto alle dichiarazioni del sindaco, «non è riuscito a contestare nel merito le critiche delle minoranze, limitandosi a magnificarlo e a enfatizzare il ruolo della Giunta. Si è tuttavia lasciato andare anche a considerazioni poco sorvegliate parlando di Museo della Città come di uno “zibaldone”».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui