Cesena, alt al piano urbanistico: duello con avvocato-ex assessore

Archivio

Il Comune ha bocciato la richiesta di approvare un Piano urbanistico attuativo di iniziativa privata a Pievesestina, presentato dalla società “Stefi Srl”. In ballo c’era la nascita di un insediamento polifunzionale prevalentemente produttivo, a ridosso del casello autostradale Cesena nord. Si tratta di un comparto di quasi un ettaro di superficie, situato lungo via Dismano: denominato 12/07 At4b, era previsto già nel Prg del 2000 e l’iter per realizzarlo era stato avviato ben 12 anni fa. Le cose sono però andate per le lunghe, a causa di varie problematiche, finché nel 2019 la ditta stessa, proprietaria di un’area di 6.572 metri quadrati, ha chiesto e ottenuto di archiviare tutto. Era il 21 novembre 2019 e il Comune precisò che, se si fosse predisposta una nuova ipotesi progettuale con ricalcolo degli standard, non sarebbe bastata una modifica del procedimento del 2010 ma si sarebbe dovuta richiedere l’approvazione di un nuovo Pua.

Il nodo dell’Anas

Lo scorso giugno, la società “Stefi” si è fatta avanti chiedendo di essere autorizzata a ripresentare il Pua per l’area in questione. La domanda è stata accolta il mese seguente, ma fissando alcuni paletti. Tra questi spiccava la necessità di adesione al Pua di tutti i proprietari di rilievo del comparto oppure un’espressa rinuncia a partecipare all’operazione. Tra questi spicca Anas, che ha in mano una superficie di 2.210 metri quadrati, sui 9.013 complessivi. E qui il percorso è inciampato di nuovo, fino al rigetto deliberato dalla giunta comunale la settimana scorsa. L’amministrazione ha obiettato che entro il termine stabilito, che era il 22 ottobre scorso, non è stata presentata la documentazione richiesta. Solo più di un mese dopo sono state fatte obiezioni con una lettera dell’avvocato che tutela gli interessi della “Stefi Srl”, Giorgio Andreucci (uno che di queste cose se ne intende, visto che è stato anche assessore all’Urbanistica). Il punto principale della contesa riguardava proprio la posizione di Anas. La società privata sostiene che già nel 2008 aveva presentato in Comune il nulla osta di Anas e che sarebbe tuttora valida. Ma l’amministrazione ribatte che invece quella rinuncia alla propria capacità edificatoria che l’ente aveva manifestato quasi 14 anni fa non conta più, in quanto faceva riferimento a un progetto diverso da quello all’esame ora, e quindi occorreva procurarsene una nuova. Cosa che non è stata fatta.

I tempi della “tagliola”

La sensazione è che comunque questa vicenda sia destinata a passare al vaglio dei giudici del Tar. Anche perché l’avvocato Andreucci ha contestato un altro punto, ancor più delicato. Il 22 settembre 2021 il Comune aveva fatto scattare la comunicazione di improcedibilità, a causa della mancanza della documentazione integrativa richiesta, concedendo però alla società richiedente 30 giorni per rimediare. Il giorno seguente il Consiglio comunale ha approvato l’assunzione del Pug, il nuovo Piano urbanistico, che contiene le misure di salvaguardia che stoppano ogni operazione sulla base del vecchio Prg, tranne quelle già in corso. Il legale della “Stefi Srl” sostiene che quel mese in più concesso per le integrazioni significherebbe che il procedimento era già stato avviato e quindi non scatterebbe la “tagliola”. L’amministrazione comunale replica che l’esecutività dell’assunzione del Pug, e quindi la validità delle misure di salvaguardia, è scattata solo il 26 ottobre 2021 e da quella data sono decadute le autorizzazioni a presentare strumenti urbanistici attuativi previsti dal Prg 2000. Quindi, visto che la ditta non ha provveduto a presentare le integrazioni entro i 30 giorni previsti (cioè il 22 ottobre), quattro giorni dopo, quando il Pug è diventato esecutivo, si è dissolta ogni possibilità di ritenere ancora “vivo” l’iter in corso. E a quel punto, il rigetto è diventato scontato.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui