Cesena, alluvione: il Governo frena i lavori, Lattuca non ci sta

La riunione che si è svolta ieri a Roma, attorno al tavolo istituzionale dedicato all’alluvione, sotto l’egida del ministro Nello Musumeci, è rimasta indigesta al sindaco Enzo Lattuca sotto vari aspetti. Su tutti, il rimprovero che il Governo ha fatto agli enti locali per avere già impegnato troppi soldi per realizzare interventi urgenti per riaprire percorsi tra le frane e prestare le prime cure agli argini dei corsi d’acqua spaccati dall’esondazione. Il primo cittadino cesenate è uscito a dir poco perplesso e preoccupato dall’incontro a Palazzo Chigi, durante cui il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha quantificato in 8,8 miliardi di euro la stima provvisoria dei danni, tra cui 1,8 per gli interventi necessari a fare fronte all’emergenza. In pratica, i rappresentanti del Governo hanno «redarguito» gli enti locali di avere esagerato con i lavori nell’immediatezza del disastro, senza concordare con Roma quanto va fatto. Inoltre, non hanno dato certezze su alcuna risorsa aggiuntiva rispetto a quanto annunciato e continuano a ritenere che la nomina del commissario straordinario necessario per risollevarsi rapidamente e in modo efficiente non sia un tema da mettere all’ordine del giorno. Infine, anche sul fronte degli indennizzi non ci sono stati i passi avanti che si speravano. È stata insomma una «riunione interlocutoria», come ha detto Bonaccini, e anche peggio, a parere del sindaco cesenate, che guarda allarmato quello che sembra un tentativo di proporre una separazione tra la fase dell’emergenza e quella della ricostruzione. Una distinzione che, secondo Lattuca, non esiste, perché non esiste e non è funzionale, ma è un tutt’uno. E tra l’altro, fa notare che quella che si vuole fare passare per fase dell’emergenza è un qualcosa che non è passeggero ma è destinato a durare molto a lungo. «Noi non vediamo una discontinuità fra la fase dell’emergenza, quella della prima riparazione e dei primi ripristini e quella della ricostruzione».

La strigliata ricevuta viene considerata ingiusta: «Ci hanno rimproverato per avere aperto cantieri di somma urgenza senza concordarli col Governo – spiega il sindaco di Cesena – ma si tratta di interventi che si effettuano perché improcrastinabili, a causa di frane e argini rotti. Si fa un debito fuori bilancio, senza avere già pronte le risorse, con una procedura veloce, per incaricare un’azienda di aprire una strada per portare medicinali e alimenti a chi è isolato, o portare in salvo chi va evacuato. Era nostro dovere fare quei lavori, e le risorse che abbiamo speso vanno corrisposte». Lattuca è un fiume in piena: «È assurdo che l’esecutivo ci faccia un richiamo perché apriamo brecce, primi percorsi, tracciati e sentieri in collina e per gli interventi che la Regione sta facendo su tutti i 23 corsi d’acqua esondati. Quegli interventi sono stati realizzati gettando il cuore oltre l’ostacolo, e ora siamo preoccupati che possano interrompersi nel giro di qualche giorno. Ma nessun funzionario pubblico, né noi sindaci né i nostri dirigenti, può esimersi dall’aprire cantieri necessari per risolvere immediatamente situazioni improcrastinabili. Le risorse che sono state spese finora, senza averle nei bilanci di Comuni e Province, non sono una scelta discrezionale di chi vuole andare avanti nella ripartenza senza tener conto delle risorse, ma sono un dovere davanti a criticità gravi. È quindi del tutto evidente che si debbano corrispondere le risorse che abbiamo già speso e quelle che ancora dobbiamo spendere nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, per ristabilire un corretto regime delle acque e togliere dall’isolamento frazioni, case e aziende agricole che sono isolate». Infine, preoccupano i ritardi nella nomina del commissario, perché ci sono, per esempio, «frane complesse, dove servono studi e poteri speciali».

Commenti

  1. Ho visto nel web (Ansa.it) un Sindaco (Lattuca) sconcertato per le critiche mosse dal (g)overno per gli interventi di somma urgenza affidati (immagino con giusti criteri di scienza e coscienza) dai Responsabili dei Procedimenti competenti per ufficio. Vorrei segnalare che il ricorso alle procedure di  “somma urgenza” non è causa di pericolose responsabilità quanto lo può essere stare fermi a guardare senza muovere un dito. I pericoli di ogni tipo, genere e specie sono insiti nel non fare e nel non fare abbastanza.

  2. Se non si interviene subito i danni saranno maggiori, alcune aziende rischieranno la chiusura e i disagi per i cittadini colpiti, porteranno alla disperazione.
    Molte persone sono senza lavoro e per la Riviera sarà una stagione da dimenticare.

  3. Mi sembra sia grossolano stare ancora a discutere sul commissario!
    Sono troppo evidenti i malumori fra i partiti!
    Dietro all’alluvioni e alle frane ci sono uomini, spaventati e depressi!
    Di ogni età’,che non sanno come
    fare.
    Dall’anziano che non sa come fare a recuperare la casa,
    frutto di una vita di lavoro, all’imprenditore che ha visto can
    cellare fatiche e impegno suoi e
    degli operai in poche ore.
    Non vi lasceremo soli!
    Ma dove sono? Noi siamo ancora qua: EmiliaRomagna stesa, ma ora non da scoop!

  4. È vergognoso l’atteggiamento del governo, le urgenze dell’alluvione non sono rimandabili. Non se ne parla più, anche per gli incentivi per le auto niente.

Lascia un commento

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui