Cesena, alle Cucine popolari la solidarietà è anche dividere un piatto di pasta e ceci: "Sembra una favola, ma qui succede"

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Se c’è una cosa che fa irrigidire i volontari delle Cucine popolari è quando quel progetto viene ridotto alla definizione “mensa per i poveri”. Innanzitutto perché più che una mensa è un ristorante, con tovaglie di stoffa, piatti di ceramica, bicchieri di vetro, posate in metallo e soprattutto un ottimo servizio al tavolo. Ma soprattutto perché la vera scommessa delle Cucine popolari, quella più innovativa, non è tanto (o non solo) quella di dare da mangiare ai poveri, ma quella di usare la convivialità della tavola come strumento per costruire ponti relazionali e affettivi tra chi si trova in stato di marginalità perché fragile o in difficoltà economica e una comunità più ampia e solidale. È per questo che alle Cucine ci si siede tutti e tutte allo stesso tavolo, chi può a fine pasto lascerà un’offerta, ma avrà lo stesso menù di chi invece non può pagare. Il senso di comunità di cui si può fare esperienza da commensali alle Cucine popolari è ben rappresentato nel racconto di un episodio accaduto giovedì, quando le Cucine sono di turno per il pranzo. A raccontarlo è uno dei volontari sul suo profilo Facebook. «V. è un ospite, non pagante, che oggi è entrato alle cucine un po’ tardi, appena in tempo per farsi servire l’ultima porzione di pasta e ceci rimasta. Subito dopo entra l’ultimo “cliente”, pagante, che si siede vicino a V. Gli diciamo subito che abbiamo appena servito l’ultima pasta e ceci, e che gli serviremo quello che c’è. «Ok, nessun problema, grazie lo stesso», il suo commento. Nello stesso istante V. blocca a mezz’aria il cucchiaio, che non aveva ancora toccato la pietanza, chiede un altro piatto e divide la sua pasta e ceci col vicino. «Sono sicuro che avrebbe fatto la stessa cosa per me» il suo unico commento». «Sembra una favola», riconosce in premessa il volontario, che subito però assicura: «l’ho vista con i miei occhi alle Cucine Popolari di Cesena». Un turno da volontari alle Cucine è piuttosto impegnativo dal punto di vista fisico, lo è d’altronde il lavoro in cucina e sala come ben sa chi lavora nella ristorazione, ed è proprio a chi con lui condivide questa esperienza che è rivolta l’ultima parte del post: «Per chi si chiedesse il perché del suo mal di schiena o di piedi dopo il servizio alle cucine, direi che questa è la più bella risposta».

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