Cesena, aggressione col coltello alla stazione: tassisti allarmati

Le zone della stazione ferroviaria sono problematiche in tutte le città non soltanto a Cesena. Ma serve fare in modo che episodi come questi non diventino un’abitudine. Alla quale non si farebbe più caso. Perché quello che stiamo vivendo non è un bel biglietto da visita per la città». Così il presidente dei tassisti cesenati Claudio Rigoni, all’indomani della descrizione fatta dal Corriere dell’episodio in cui un suo collega è stato primo protagonista e vittima. Sabato era iniziato da nemmeno 5 ore quando due rapinatori, esagitati dall’alcol o dalla droga assunta, con un coltello in pugno, hanno minacciato uno dei tassisti, picchiandolo anche con calci quando era e terra. Aggredendo anche un 60enne che attendeva di prendere il treno: anche lui spinto a terra e conseguentemente ferito. «Il mio medicato in pronto soccorso per le ferite patite – spiega – Quindi in questi giorni non rientrerà subito al lavoro. Com’è la situazione qui in stazione? Non stiamo vivendo un buon periodo».

Stando alla descrizione di Rigoni, che da poco meno di vent’anni lavora come tassista a Cesena, l’altalena delle violenze al momento è dalla parte sbagliata. «Ci sono periodi storici migliori e peggiori per chi frequenta o lavora nella zona della stazione. Alternati da sempre nel tempo. Questo non è certo un periodo buono. Ciò che vediamo sempre con i nostri occhi, e non solo di notte, non può lasciarci tranquilli». La descrizione è cruda: «Protagonisti sono quasi sempre persone straniere di origine. Non sempre ma prevalentemente. Liti per strada a pugni, calci od a colpi di bottiglia. La stazione e le zone circostanti restano un punto di spaccio dove acquirenti e compratori si scambiano la merce. Il tutto finisce per coinvolgere anche il nostro lavoro quando persone palesemente fuori controllo pretendono di essere portate via; o come accaduto in tempi non lontani anche a commercianti che hanno qui la loro attività e si sono trovati coinvolti in zuffe con questi personaggi che frequentano l’area per delinquere. Anche la situazione dei complessi scolastici non è delle migliori: sempre preda di vandalismi o teatro di scontri tra bande rivali». Come accade in tante aree della stazione d’Italia: «Occorre non farci l’abitudine. Non possiamo rassegnarci a che questa diventi la quotidianità e stare abbandonati a noi stessi. La zona stazione non va abbandonata. L’amministrazione ha importanti progetti. Tra spostamento della stazione dei bus e restyling. Ma occorre pensare anche al presente. Ci sono già molti colleghi che mi hanno fatto presente che forse sarebbe meglio interrompere i turni di notte. Lasciando la città senza servizio per non correre rischi. O, nella più tenue delle ipotesi, spostare la nostra presenza, di notte, da un’alta parte. Prima di arrenderci forse sarebbe meglio cercare di mitigare le problematiche».

Le telecamere di sicurezza cittadina sono utili soltanto per le indagini. Quando ormai i reati sono stati commessi, come nel caso di sabato mattina. «Ci sono un centinaio di agenti di polizia municipale in città. Sono impegnati in tanti servizi ma che potrebbero essere messi in presenza anche qui. Sono armati da anni e capaci. Polizia e carabinieri da sempre lamentano carenze di organico. Ma forse, alternando la presenza di tutte le forze dell’ordine, si potrebbe presidiare h 24 la zona stazione. Con una presenza fisica. In poco tempo, se fatto con quotidianità giorno e notte, identificando le persone, chiedendo dove vanno e perché siano qui, facendo vedere che la zona è sempre protetta, chi spaccia, chi si droga, chi si ubriaca o vuol rubare, sicuramente se ne andrebbe dal di qui. Risolvendo di fatto un grosso problema per la collettività e ridando un’immagine diversa di uno snodo focale cittadino della mobilità. Credo sinceramente che sarebbe una strada percorribile. Rivedendo le priorità attuali di sicurezza pubblica».

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