Ha vissuto in Italia e nel cesenate la quasi totalità della sua vita, visto che è arrivata dall’Albania quando aveva appena 2 anni. Ora che di anni ne ha 25 è laureata alla Bocconi ed ha anche un master concluso alla Luiss Business School. Malgrado questo il ministero dell’Interno gli negava la cittadinanza. Che ora gli è stata riconosciuta d’imperio dal Tar del Lazio dopo anni di battaglia giudiziaria.
È stata depositata in queste ore la sentenza del caso di una cesenate (difesa dagli avvocati Alessandro Sintucci ed Alice Magnani), discusso davanti alla Sezione 5 Bis del Tar del Lazio che aveva come giudice relatore Antonietta Giudice.
È arrivata in Romagna nel 1998, due anni appena, dove ha raggiunto il padre che è un noto imprenditore locale del settore edilizio. Quando stava per diventare maggiorenne, nel 2015, ha chiesto la cittadinanza italiana. Paese dove di fatto è cresciuta ha studiato e continua a vivere. ma il Ministero dell’Interno gliel’ha negata. I motivi non la riguardano in prima persona. Il padre aveva un provvedimento pendente per reati fiscali e nel 1996 risultava condannato ricettazione in una vicenda legata ad un passaporto ritenuto fasullo.
Nulla che abbia a che fare direttamente dunque con quella che all’epoca era poco poco più che una ragazzina. Per il Ministero il nucleo familiare in cui gravita (ed in cui c’è il padre) non propende a che lei possa vivere in un contesto congruo. La cittadinanza italiana non è un diritto, se richiesta, ma un beneficio. Ed il ministero aveva ritenuto preponderante il vissuto (giudiziario) del padre fin a quel momento rispetto alla richiesta di cittadinanza di una giovane che, di li a poco, si sarebbe laureata col massimo dei voti in Scienze Politiche Internazionali prima di accedere ad un master di prestigio nello stesso ambito d studi.
A 4 anni fa risale il ricorso presentato al Tar dagli avvocati difensori della giovane. Che nel frattempo (senza che il Ministero dell’Interno ne tenesse conto) aveva ricevuto il placet sia della Questura che della Prefettura per poter avere la cittadinanza italiana. Via ibera che, nel suo rigetto alla domanda di cittadinanza, il Ministero aveva “nascosto”. Mentre gli avvocati della giovane hanno aggiunto a queste carte anche il fatto che il padre della ragazza, negli anni, fosse stato poi assolto dalle accuse che lo avevano portato in aula di giustizia a Forlì.
Il Tar ha dunque deciso di respingere l’istanza di diniego alla cittadinanza del Ministero. Aprendo le porte all’essere in tutto e per tutto italiana alla 25enne cesenate.
Congratulazioni…….ma per come è il nostro sistema giuridico, avrei preferito rimaner Albanese……forse hanno meno “stupidità burocratica”………comunque , ancora congratulazioni per tutto ciò che sei riuscita a fare ed essere,…..brava.!!!!!