Cesena, 13enne e il padre in lotta contro la leucemia: "Noi, circondati da gente che ci vuole bene"

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Si chiama Toto, ha 13 anni e da sei mesi e mezzo sta combattendo con coraggio una battaglia durissima: quella contro la leucemia. Al suo fianco c’è il babbo, Andrea Giorgi, che a 61 anni ha cambiato radicalmente la propria vita. A partire dalla rinuncia inevitabile al proprio lavoro artigiano da imbianchino e da un trasloco che è stato obbligato a fare: di fatto, la sua casa non è più a Lido di Classe, ma è diventata l’ospedale “Infermi” di Rimini e il mini-alloggio nelle vicinanze che l’associazione “Arop” gli ha messo a disposizione. Si sta dedicando giorno e notte al figlio con un un cuore immenso, e peraltro con la consapevolezza di non dovere trascurare l’altra figlia 16enne e senza potere contare su una spalla adulta in famiglia. La moglie ha lasciato già da qualche anno il tetto coniugale, tornando a Bali, suo Paese d’origine. E di fronte a certe prove, essere monogenitori rende tutto ancora più complicato a livello gestionale, economico ed emotivo. Ma ad alleggerire il peso c’è una commovente rete di sostegno materiale ed economico. A cominciare da quella all’interno del liceo scientifico “Righi” di Cesena, che Toto ha iniziato a frequentare lo scorso settembre, in una modalità speciale online. «È iniziato tutto il 28 maggio scorso - racconta Andrea Giorgi - Toto aveva male a una gamba e mi accorsi che aveva un bozzo. Lo portai all’ospedale di Ravenna, dove si accorsero subito che c’era qualcosa di grave e lo trasferirono d’urgenza all’ospedale di Rimini. Lì, dove c’è un reparto di oncoematologia pediatrica molto importante, il 1° giugno è arrivata la diagnosi: Toto ha una leucemia acuta con livello di rischio medio-alto». Immediatamente è iniziato il percorso terapeutico, che è molto in salita: «Toto è stato ricoverato inizialmente per 45 giorni e ha iniziato la chemio. È finito già 13 volte in sala operatoria. Ora siamo di nuovo in ospedale, per la quarta settimana di fila, a causa di complicanze: febbre a quaranta e difficoltà respiratorie, che martedì ci hanno fatto temere che sarebbe stato necessario un ricovero in Terapia intensiva. Ma nelle ultime ore la situazione si è stabilizzata e al momento non ce n’è stato bisogno. Fino al prossimo mese di maggio, come da protocollo, saremo impegnati con le terapie. Poi, quando Toto ne uscirà, dovrà comunque sottoporsi per anni a continui controlli. Stiamo anche partecipando a una sperimentazione che dovrebbe poi ridurre il rischio di ricadute». Babbo Andrea non nasconde la propria umanissima fragilità, ma la sua forza e la sua apertura sono travolgenti: «Ho pianto tanto e nelle prime settimane è inevitabile essere esclusivamente concentrati sulla malattia. Ma poi ho pensato che non bisogna isolarsi nel proprio dolore, ma condividerlo con altri e parlarne, perché quello che è capitato a Toto succede a un bambino ogni 40.000 e deve riguardare tutti. La risposta che ho ricevuto è stata straordinaria: siamo circondati da gente meravigliosa e che ci vuole bene». In particolare, si è mobilitato subito con grande generosità il liceo scentifico "Righi", che ha messo a disposizione di Toto un insegnante per lezioni online pomeridiane concentrate su alcune materie, ha restituito le quote d'iscrizione già versate da Andrea Giorgi per entrambi i figli e ha fornito gratuitamente libri e tablet. Si sta inoltre attvando una raccolta fondi.

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