Accendono gli animi anche tra i politici le 133 firme di insegnanti dei tre licei cesenati raccolte per condannare l’aggressione squadrista avvenuta a Firenze, per solidarizzare con la preside che ha invitato gli studenti a tenere la guardia alta contro i rigurgiti fascisti e per criticare il ministro Valditara per le parole pronunciate contro quella stessa dirigente.
La Lega
I consiglieri comunali della Lega accusano i prof del Classico “Monti”, dello Scientifico “Righi” e del Linguistico “Alpi” che hanno sottoscritto la lettera di avere «pregiudizi» e chiede di tenere «fuori dalle scuole ideologie e gogne politiche». Difendono a spada tratta il ministro Giuseppe Valditara, sostenendo che ha un grande curriculum. Sono infastiditi dal «ruolo egemonico che la sinistra ha assunto all’interno della scuola dagli anni Settanta del secolo scorso, pronta a silenziare chiunque non sia in linea con il pensiero unico». Anche se va detto che in una Repubblica antifascista ricordare la pagina nera del ventennio ed educare le nuove generazioni a reagire alle violenze squadriste, come non si fece allora, più che pensiero unico, dovrebbe essere un dovere di chiunque. Per la Lega «l’insegnamento dovrebbe preparare gli studenti al confronto critico basato sulla conoscenza, sul rispetto reciproco e su un dialogo equilibrato». Invece, per il Carroccio le riflessioni che la dirigente scolastica di Firenze ha indirizzato agli studenti della sua scuola sarebbero «interpretazioni personalistiche della realtà, rivisitate a uso e consumo della vulgata dell’antifascismo militante in assenza di fascismo». Poi il gruppo d’opposizione guidato da Antonella Celletti sposta l’attenzione sui «660 milioni di euro che il Ministero guidato da Valditara ha messo in campo in questi giorni per due procedure di gara per rendere più rapido il Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura della prima infanzia a sostegno dell’edilizia scolastica». In quell’azione vede una «divergenza tra la sinistra più ideologizzata che, smarriti ruolo e visione sociali, si aggrappa a un passato ormai sepolto e una vasta area liberalconservatrice che guarda positivamente e concretamente al futuro del Paese».
Il Pd
Diametralmente opposta la linea del Pd cesenate, che esprime «sgomento» per i commenti della Lega. Giudica «violenta e inquietante» la reazione di Valditara alle riflessioni fatte dalla preside fiorentina, ritenendo «gravissimo che un ministro intimidisca una preside della scuola pubblica semplicemente perché ha difeso pubblicamente i principi basilari della nostra Costituzione e ha rimarcato una verità storica che dovrebbe essere condivisa da tutte le forze politiche che siedono in Parlamento, vale a dire che il fascismo è nato e si è fondato sulla violenza e l’intolleranza e che nella società è sempre bene ravvivare gli anticorpi culturali contro una deriva autoritaria, di qualunque colore». Il segretario dei Dem, Lorenzo Plumari, fa notare che «il ministro è arrivato a parlare di “attacco alla libertà di opinione” e “campagna di odio e delegittimazione”», espressioni che dovrebbe usare per descrivere «il pestaggio subito dagli studenti, su cui nessun esponente del governo e della maggioranza ha speso una parola». Invece Valditara rigira quell’accusa contro la dirigente scolastica e il Pd denuncia «non solo un problema ideologico ma anche di evidente inadeguatezza professionale e politica», perché «da mesi non fa altro che commentare polemicamente, acuire conflitti, creare incidenti e divisioni, eccitare gli animi, delegittimare studenti e operatori della scuola e fare immaginifiche battaglie culturali di cui nessuno sente l’esigenza». Nel frattempo, «il suo governo taglia fondi alla scuola pubblica, cancella dalla cartina centinaia di istituti nelle aree interne del Paese e nelle periferie delle città e crea le condizioni per il ritorno delle classi pollaio». Pesantissime le parole finali: «L’Italia e la scuola che hanno in mente Valditara e il governo è un paese conformista, dove i cittadini sono incoraggiati ad abbassare la testa e a obbedire al potere di turno, mentre chi esprime democraticamente le proprie idee, riafferma diritti basilari e valori costituzionali viene intimidito dal governo. Ma la scuola rimarrà al suo posto, forte e democratica, come prescrive la Costituzione, mentre Valditara sarà ricordato solamente come uno dei tanti che nella storia ha provato a mettere fuori uso quel luogo dove le persone pensano, studiano, crescono e si emancipano.
Perché qualcuno aveva ancora dei dubbi ??