Uccisa da una ruspa in spiaggia a Cervia, ecco perché l’uomo alla guida non è stato arrestato e il nodo dell’ok ai lavori

Cervia

Per conto di chi stava lavorando? Con quali accordi? E come ha fatto a non accorgersi di una bagnante, travolgendola? Il conducente della ruspa di 54 anni di Montaletto di Cervia che sabato a Pinarella ha ucciso una turista vicentina in spiaggia deve essere ancora sentito dalla Procura. Sa di essere indagato per omicidio colposo. Trattandosi di un incidente avvenuto in area demaniale, non è stato possibile aprire un fascicolo per omicidio stradale, circostanza che avrebbe potuto fare scattare l’arresto o il fermo, considerato il precedente specifico. Risale infatti al 2023 la condanna a oltre due anni (con sentenza passata in giudicato) per la morte dell’83enne Giuseppe Quercioli, conosciuto come “Pino” dagli abitanti di Pisignano, dove l’anziano abitava. Allora il conducente aveva 51 anni e fu arrestato il giorno seguente perché risultato positivo alla cocaina (sebbene poi sia stato accertato che l’assunzione risaliva a giorni precedenti).

E ora inevitabilmente, tra i tanti punti da accertare c’è quello sull’autorizzazione ai lavori. Che mancava secondo il Comune e la Cooperativa bagnini come affermato nell’immediatezza della tragedia, anche se sentendo gli stessi operatori balneari appare chiaro che quella fosse ormai un’occupazione alla quale si dedicava con costanza, anche se ancora non è chiaro per conto di chi. Le voci di alcuni addetti della spiaggia parlano chiaro: «Lo vedevo sempre passare con la ruspa. Lo conoscevano tutti qui nella zona, fino a Cervia. Faceva gli interventi di spianatura e pulizia della spiaggia. Di solito veniva la mattina presto, lo si vedeva passare, ma non so in questo caso chi lo avesse chiamato».

Le ipotesi al vaglio inquadrano diversi scenari, tra i quali la possibilità di un’iniziativa indipendente, ma anche una richiesta da parte di qualche stabilimento - circostanza però negata quantomeno dai gestori della zona - oppure un intervento nell’ambito della concessione, ma che per qualche ragione abbia infranto i regolamenti previsti. «La sua versione è diversa - puntualizza l’avvocato - ma preferisco limitarmi a questo finché non avremo conferito con il pm».

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