Suv pubblicitario nella rotonda di Grazia Deledda. Polemiche a Cervia

Cervia

CERVIA. Che cosa ci fa una jeep in cima alla rotonda dedicata a Grazia Deledda? Poteva trattarsi dell’ennesimo parcheggio selvaggio – magari da parte di chi ha deciso di battere tutti i record –, ma poi su Facebook appare la notizia scioccante: “pubblicità”. E scoppia il finimondo, perché un tale sfregio alla scrittrice più amata dai cervesi, significa davvero remare contro la storia. La rotonda in questione, oltretutto, ospita le sculture dell’artista Angelo Biancini – raffiguranti una pastorella sarda e una pescivendola cervese –, inaugurate nel ventennale della sua morte (1956). Dieci anni prima le era stato intitolato il lungomare, mentre la facciata del Comune portava già la sua lapide.

L’amore per la scrittrice – definita dal poeta Aldo Spallicci “impetuosa e cordiale” – nacque fin dai tempi in cui lei frequentava villa Igea. Poi, con i soldi del Premio nobel, acquistò nel 1928 villa Caravella, continuando a coltivare i rapporti con la gente e descrivendo la città del sale in alcuni memorabili scritti. Tanto era l’affetto nei suoi confronti, che nel 1927 le era stata assegnata pure la cittadinanza onoraria, e lei confessò a Lina Sacchetti: «Se la morte mi cogliesse a Cervia mi sarebbe caro riposare qui, cullata dalla chiome di questi pini». Così non è stato ma l’estate – fino alla fine dei suoi giorni – non poteva che trascorrerla fra i pescatori e i salinari cervesi.

E ora un Suv fa bella mostra fra le statue del Biancini, sul piano rialzato del tappeto erboso. Indignazione e stupore sono gli stati d’animo espressi sul social network, mentre appaiono davvero lontani personaggi come “Trucolo”, lo stagnino di Cervia da lei preso a simbolo della umanità. Chissà cosa direbbe il promotore del Maggio in fiore Riccardo Todoli, che a quel giardino aveva dedicato anima e corpo.

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